Dopo l’elezione di Trump

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Il clima mediatico è schizofrenico: mentre piovono congratulazioni e dichiarazioni di fiducia a Trump, Reuters manifesta non poca suspicione : “La vittoria di Donald Trump avrà conseguenze economiche profonde e immediate sul resto del mondo.
Se Trump attuerà solo una parte delle sue promesse – prosegue l’agenzia di stampa britannica- dalla crescita delle tariffe commerciali alla deregolamentazione, dall’aumento delle trivellazioni petrolifere alle maggiori richieste ai partner statunitensi della Nato – la pressione sulle finanze pubbliche, sull’inflazione, sulla crescita economica e sui tassi di interesse si farà sentire in ogni parte del mondo”.
Quanta allegrezza in poche righe e quante rivelazioni. Le promesse di Trump nell’ottica Reuters sono una minaccia concreta alla crescita mondiale, Usa compresi dunque. I timori potrebbero essere fondati; sapere che gli Usa sono governati dalla versione americana di Berlusconi, non è rassicurante.
Tuttavia per amor di verità bisogna osservare che nulla accade per caso. Biden non ha ostacolato la crescita di tariffe commerciali (il gas liquefatto americano, di bassa qualità e resa ci costa un occhio della testa) né ha inibito la deregolamentazione dei mercati essendo gli Usa principali esponenti del neoliberismo intrinseco alla globalizzazione. E per investimenti e controllo gli Usa rovesciano governi da sempre non da Trump in poi.
Ad esser sinceri con Biden alla casa bianca, il mondo ha già visto tutto ciò che secondo Reuters dovrebbe verificarsi con Trump, a cominciare da inflazione devastante e tassi d’ interesse altrettanto letali. E’ cominciato quando la Fed ha stampato da nulla 4 mila miliardi di dollari per sedare i malumori dell’imprenditoria in panne per il Covid. Il tutto mentre si negava che moltiplicare la massa monetaria Usa avrebbe provocato l’inflazione killer dei portafogli di milioni di persone.
Le perdite finanziarie non verranno rimborsate ai cittadini. Se prezzi al consumo e mutui aumentano bisogna pagare, nessuno restituirà denari spesi quando i tassi si abbasseranno. E nessuno tasserà gli extraprofitti perché il debito pubblico è detenuto in maggioranza proprio da banche e istituti di credito, solo in bassa percentuale da cittadini comuni.
Inoltre Biden è stato principale sostenitore della conversione Europea alle politiche militariste consequenziali alla guerra in Ucraina. Conflitto che Washington ha alimentato cancellando ogni prospettiva diplomatica dall’orizzonte comune. E ciò non ha che favorito il dirottamento di risorse pubbliche verso il comparto della difesa lucidata a festa, ma cittadini e imprese non si nutrono con pallottole.
Perciò se la veggenza di Reuters si tradurrà in realtà, concluderemo che gli Usa sono incancreniti nella deriva suicida ben manifestata durante la presidenza Biden. E già lo sapevamo. Si spera almeno che Trump cambi qualche virgola nella sceneggiatura del prossimo colossal voluto dai cittadini americani.
Sulla Nato si teme che le richieste di Trump agli alleati potrebbero pesare troppo sulle loro finanze pubbliche. Sono stupefatto: la Nato grava sui bilanci degli alleati per sua volontà che poi è quella Usa. Tra le versioni deliranti Nato/Usa che hanno spinto verso la belligeranza forsennata c’è l’invasione europea da parte dei russi. “Se Putin vuole meno Nato ai suoi confini, avrà più Nato” fu la risposta con cui nel Dicembre 2021 Stoltemberg respinse le istanze del presidenze Russo sull’ingresso dell’Ucraina in Nato. Era Biden il presidente Usa dell’epoca.
Comunque sia ringrazio Reuters per aver svelato che se un presidente Usa chiede, gli alleati eseguono. In altre parole la Nato è una dependance del governo americano e gli alleati orientano le politiche estere ai suoi capricci. Interessante ma ha fatto comodo a tutti i presidenti Usa, Trump è orribile almeno quanto Biden, non farà che confermare un metodo.
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Gioacchino Musumeci