Lei è l’unica che sconterà una condanna certa…

DI CLAUDIA SABA

 

L’hanno trascinata in un cantiere abbandonato di Palermo e poi stuprata.
Tutti, a turno, come fosse un giocattolo.
E mentre lei diceva ‘basta”, loro hanno continuato ad infierire sul suo corpo con ogni tipo di violenza.
L’hanno ferita, penetrata fino all’anima e poi buttata in mezzo alla terra.
Come immondizia.
In una chat, nei messaggi scambiati tra loro dopo l’orrore, si legge:
“Eravamo troppi e sinceramente mi sono schifato un poco, però che devo fare la carne è carne”.
Era luglio dello scorso anno.
Lo stupro di gruppo, filmato con il cellulare, è stato poi diffuso in rete.
Venti minuti di violenza interminabile racchiusa in un video.
Scene a cui, morbosamente, hanno dato la caccia sui social.
Gli aguzzini sono stati condannati.
Quattro di loro hanno avuto 7 anni, uno 6 e 4 mesi e un altro 4 e 8 mesi.
Un tempo a scadenza.
Non per lei che si porterà addosso per sempre ogni secondo di quel terrore vissuto.
Lei è l’unica che sconterà una condanna certa.
Nessuna parola è stata scritta dai carnefici per chiedere scusa.
Per loro e molti altri, l’unica colpevole sarà sempre lei.
Perché, in fondo, lei “se l’è cercata!”
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Claudia Saba