DI GIOACCHINO MUSUMECI
Stabilire se Vannacci sia l’illiberale per cui spaventarsi è un esercizio di alcuni stimabili giornalisti. E di sicuro non sono innamorati della Meloni o si sono bevuti il cervello come sostengono troppo facilmente alcuni utenti.
Dunque Meloni moderata e Vannacci fascistone sarebbe il postulato da cui partire. L’idea della Meloni moderata si discosta dal dato reale che Gioventù Nazionale, i cui germogli nazifascisti e per nulla moderati non suscitano clamori particolari, è un vivaio di FDI non di un partito del generale Vannacci. Inoltre la Meloni in veste di premier è il dominus dell’attuale esecutivo applaudito anche da Vannacci.
Ogni decreto del governo o legge votata dalla maggioranza risponde a intenzioni palesi e meno palesi della Meloni, e che questa incarni un modello fascista ammodernato è limpido ma negato trasversalmente perché gli Italiani, giornalisti compresi, non riconoscono il fascismo, pensano non si sia evoluto e sia quello dell’olio di ricino. Invece cambiare metodo permette di riciclarsi, governare e resuscitare i principi fascisti di ieri.
Apposta quando il governo tocca temi di interesse pubblico, oltre ignorare regole europee li peggiora sul piano del diritto costituzionale e li migliora su quello della prevaricazione come nel caso dei migranti deportati ma ben prima dei figli di coppie omogenitoriali cancellati dal registro anagrafico. La premier offre per lo più bugie o manipolazioni parziali della realtà e solo in minima parte verità, ciononostante domina la narrazione ingannevole per cui disastri e pasticci del governo sembrano prodursi per qualche mistica estranea a una Meloni eccezionale e capace di cambiare in meglio i destini dei cittadini.
Magia? No, risulta dalla sottovalutazione di quanto Meloni sia incapace e politicamente ben più letale della sommatoria dei Vannacci possibili. Sbagliano i cittadini che la considerano semplice: è furba, intelligente, esperta di retorica, conosce le strategie politiche, e le sua banalità diventano argomenti illuminati per coloro convinti che in fondo dopo oltre due anni di governo la responsabile del progetto di annichilazione del dissenso non sia Giorgia Meloni in persona.
La premier porta con sé oscurantismo bigotto che ha investito il paese da quando il suo governo è salito in cattedra; schiva i giornalisti a cui è allergico anche Vannacci perché con entrambi raziocinio e critica obiettiva sono orpelli da abbattere. In compenso complottismo e vittimismo serviti a un pubblico credulone e superstizioso vanno per la maggiore.
Meloni e Salvini agiscono in coppia, Vannacci da solo. Ma la Meloni è pericolosamente duttile, equilibrista chimerica e strategica, Salvini e Vannacci sono palesemente inferiori: Meloni parla due lingue contro l’unica dei competitors: quella obbligata dal decoro istituzionale riservato ai grandi della terra. Poi c’è la lingua trash di “una de noi”: “Buongiorno sono quella stronza di Giorgia Meloni”, “arzateve anche voi” etc. Poi c’è la Meloni dei salotti vespini che sbaglia con la calcolatrice perché non sa di che parla, e non fa per niente ridere. E’ la cifra politica della Premier per nulla lievitata da quando sta a Chigi.
Salvini e Vannacci peggiori della Meloni? No, Meloni si serve di Salvini (e Salvini di Vannacci), insieme costituiscono un binomio rapace: Meloni non fa un plissé quando il leghista si esprime come un primitivo scafato e si abbatte contro le zecche rosse comuniste. Vannacci più pericoloso della Meloni? Un bugia. Se si votasse domani Vannacci prenderebbe un badile in faccia, il primo partito italiano è FDI e il dato si spiega. Perfino i pochi quotidiani squisitamente critici propagandano illogicamente che Meloni sia migliore dei ministri che ha scelto da sola, dunque non è per sua colpa che si abbatte un disastro sui cittadini.
Come già detto Meloni per governare si serve di Salvini, con una carta molto vantaggiosa tra le mani: entrambi possono speculare sul dogma grillino che il peggiore di tutti sia il Pd con cui non accordarsi mai. Se Padellaro evocava l’unione non ha considerato elettori che si detestano fino all’odio reciproco, una roba insopportabile che mi ha saturato. L’idea di Meloni moderata e meno pericolosa di Vannacci, reliquia militare sostenuta da nostalgici conclamati non favorisce progressi a Sx, tanto vale tenersela. E se per ipotesi andassimo al voto, Meloni da sola conta 8 milioni di voti, altro che Vannacci. Inoltre se Vannacci è nitidissimo nel pronunciare le sue perle, Meloni è stata perfetta nell’occultare il proprio istinto totalitarista dietro le insufficienze di collaboratori ridicoli. I Vannacci attendevano congiunture favorevoli al rigurgito di oscenità del ventennio che qualche disturbato definisce ancora “idee”, Meloni è proprio quella congiuntura.
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Gioacchino Musumeci