Paradigma

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Nella diffusa povertà di linguaggio che affligge la comunicazione questa bella parola è tornata a fiorire, non più come l’incubo di chi studiava latino e greco ma nel suo vero significato di modello di riferimento.
L’Occidente ha cambiato paradigma.
In pochissimi anni il “politicamente corretto” è diventato un vezzo per pochi dinosauri, i diritti civili un fastidio per chi comanda, la crisi climatica un’invenzione dei nazi-ambientalisti, le minoranze di ogni genere un trascurabile disturbo per il potere.
Fino a pochi anni fa in politica si vinceva al centro, oggi al centro ci si astiene dal voto. Hanno vinto il qualunquismo del “tanto sono tutti uguali” e l’infantile invettiva del “vaffa”, non si pretende più nulla di buono perché nulla di buono si è più disposti a dare.
Spente le velleità politiche di metà della popolazione rimane l’altra metà a sua volta spaccata in due quarti sempre più sospinti verso posizioni radicali, verso sinistra chi ancora prova a difendere il vecchio paradigma e verso destra chi quel paradigma ha volentieri barattato con l’ingannevole riflesso del potere di una leadership tanto agguerrita quanto mediocre.
Questo a guardarci da vicino, basta sollevarsi di qualche metro dalla nostra italica parrocchietta per accorgerci che siamo soltanto uno dei punti di ancoraggio di una grande ragnatela che sta coprendo l’Occidente dentro la quale finiremo tutti, mosche di destra e di sinistra per nutrire un ragno mostruoso e affamato.
Post distopico… Ogni tanto ne scrivo uno.
.
Mario Piazza