Giorgia Meloni sa sempre di cosa parla

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

GIORGIA MELONI è in testa ai sondaggi perché è una fuoriclasse e sa sempre di cosa parla. Ma va detto che noi italiani in generale siamo autentici fuoriclasse in tante discipline, logica costituzionale esclusa. Su questo piano la premier trova difficilmente validi competitors, è veramente “una de noi”.
La credibilità della premier, come accade ogni volta che si dà una badilata in faccia, uscirà rafforzata anche dopo l’esito negativo dell’esame della Corte Costituzionale sul DDL Calderoli. D’altra parte non è mai colpa di Giorgia Meloni se qualcosa va male.
Non si capisce perché la Consulta abbia bocciato l’Autonomia. Giorgia Meloni, come ben sanno nelle redazioni di media che l’hanno sopraelevata al rango di novità rivoluzionaria nel panorama politico italiano, ha sempre potuto contare su una solidissima cultura costituzionale costruita con rara accuratezza. Altro che pesciarola ragazzi, Giorgia sa di cosa parla.
La profonda conoscenza confortata da una tempra sfavillante pari al diamante, ha permesso alla premier di propagandare il DDL Calderoli come legge giusta per l’Italia. Ciò perché la Meloni sa bene di che parla quando ci si mette.
Purtroppo sembra che i giudici della Consulta, poverini, non condividano l’idea di costituzionalità di leggi che Meloni propaganda come risolutive per il Paese. Ma che la premier sia protagonista di una fiction in cui è l’eterna incompresa era già piuttosto noto. Insomma è talmente strano che siano sempre magistrati a frenare la corsa dell’Italia targata Meloni. Forse certi giudici della Consulta dovrebbero andare via, non resta che attendere il verdetto di Elon Musk per averne certezza.
Ma io ho fiducia e torno a dire che la credibilità della premier non verrà scalfita perché Giorgia sa sempre di cosa parla.
E quando Giorgia parla una porcheria diventa roba buona da servire a italiani poco propensi a porsi domande su cosa stia progettando la politica per il loro futuro. A volte pare che gli Italiani, in questo caso leghisti e meloniani meridionali, un futuro non lo vogliano. Felici e contenti stanno mollando a figli e nipoti un paese talmente disastrato che potrebbe essere più semplice ricostruire Gaza prima che l’Italia si riprenda da 30 anni di prese in giro mortali come razzi nel lato B.
La porcheria leghista che le premier mercante voleva barattare col premierato è stata bocciata in sette punti. L’autonomia era sintetizzata in 11 articoli, perciò il 63% del DDL è incostituzionale ma Meloni e Salvini raccontavano che fosse un bene per gli italiani meridionali. Soprattutto la Meloni, che sa sempre di cosa parla meglio di tutti, sosteneva che sull’autonomia differenziata era stata imbastita una propaganda colma di pregiudizi che avrebbe sfatato. Considerata la bocciatura dalla Consulta, Meloni ha sfatato sé stessa.
Anche la credibilità di Salvini e Zaia, l’encomiabile cultura del tronfio leghista, il patriottismo padano, escono tutti rafforzati dalla bocciatura della Consulta. I leghisti per anni non hanno che insultato meridione e meridionali, con dileggio e discriminazioni perpetrate nel tempo hanno occultato l’obiettivo di decomporre la Repubblica a vantaggio di piccole e grandi corporazioni da cui traevano consenso. E mentre raccontavano di rappresentare gli Italiani, non avevano alcun reale interesse per la miseria che l’Autonomia avrebbe arrecato al mezzogiorno. Ma tanti italiani applaudivano e applaudono Meloni e Salvini perché premier e vicepremier sanno sempre di che parlano. Proprio come gli elettori sanno di politica.
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Gioacchino Musumeci