Costituente M5S: Grillicidio? E’ ridicolo!

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Alcuni hanno disegnato la Costituente come grillicidio, praticamente una congiura ai danni del povero garante pugnalato da Caio Bruto Conte: “Tu Quoque Giusepeh!” ; insomma delirare è d’obbligo.
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E niente il Movimento è facilmente stigmatizzato: se ieri era descritto come una setta di cui Grillo era il santone, oggi con Giuseppe Conte presidente è una cosca di mandanti dell’omicidio politico di Grillo.
Non so ma se ci penso mi viene da ridere.
Effettivamente gli argomenti a sostegno di Grillo sono piuttosto comici. Intanto di congiura segreta non c’è ombra perché la Costituente era aperta al pubblico e avrebbe potuto partecipare anche Grillo, nessuno l’avrebbe pugnalato, al massimo fischiato ma lui non s’è presentato perché dal suo punto di vista il Movimento originale è evaporato. E qui non dico che casca l’asino ma si azzoppa in modo importante.
I grillones per l’appunto dovrebbero chiarire cosa sia per loro Movimento originale a cui tornare perché da come trattano l’argomento è un po’ come se evocassi in Italia il ritorno all’impero romano per trovare una collocazione autorevole sul piano internazionale.
In quanto congiurato arringherò che il Movimento originale abbia smesso di esistere fin dal primo governo Conte. A parte l’alleanza con la Lega disprezzata per anni dal Movimento primigenio- almeno fino al Maggio 2018- anche ogni slogan a iniziare da “bisogna uscire dall’euro” oppure il “manderemo tutti a casa” molto improbabile perché con Lega , Pd e Draghi nessuno ci governa da casa, si sposava male col governare razionalmente. Perciò oggi “non ce n’è di Movimento originale?” I fatti dicono che il Movimento perse la verginità anni prima dell’avvento di Conte alla presidenza del 2021.
Punto due: ritengo che Grillo si sia “suicidato” ben prima della Costituente ma i grillones, lo scatenato Toninelli per primo e la più mistica e controllata Raggi al seguito, non se ne sono accorti. Dopo la caduta del secondo governo Conte, e ben sapendo quanto fosse urgente resuscitare il feticcio che impersonava, Grillo decise nel suo circolo di eletti, di cui un prossimo scissionista dal cuore tenero, e per ragioni più che aleatorie che il Movimento doveva essere una pezza come tante in un governo arlecchino e senza futuro.
Non solo: mentre Draghi divelleva ogni norma pentastellata precedente, cioè l’essenza del Movimento tradotta in riforme, consegnando al pubblico un Movimento masochista a essere generosi, Grillo, garante dei valori, rimase a guardare e difese sto’ caz*o. Preferì simpatiche conversazioni con l’improbabile versione pentastellata di un banchiere che anelava la poltrona della Repubblica impedita da quel rompi c**zi di Conte.
Mentre Draghi disfava Grillo dormiva beato, non richiamò i cittadini nelle piazze per prepararli a prossime competizioni elettorali, tacque come un tapino connivente. Grillo mostrò codardia e insufficienza straordinarie perché non possedeva forza né voglia di combattere l’incoronato non plus ultra italiano a cui Grillo concesse di ridurre l’idea “Movimento” in brandelli. Furono Grillo e la sua cerchia di special stars a consegnare la rivoluzione nelle mani di chi l’avrebbe annichilita dopo le rassicurazioni del garante che Draghi fosse più grillino di lui. Forse Grillo aveva già dato? Perfetto, allora perché mai accettare il delicatissimo ruolo di comunicatore alla modica cifra di 300mila euro annui…
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Gioacchino Musumeci