DI ORSO GRIGIO
Succedono cose strane.
Caso 1
Quando il sindacato si ricorda di esserlo e porta la gente in piazza, si incazzano tutti. Non parliamo poi di quando proclama uno sciopero: diventano tutti paladini dei diritti dei cittadini che vengono privati dei servizi essenziali. E poi che bisogno c’era di farlo proprio adesso, si creerà il caos e bla bla… E quando gradite che venga fatto, egregi spettatori, quand’è che la vostra nobile figura non ne verrebbe in alcun modo intaccata? O forse, nel vostro profondo rispetto per i diritti degli altri dovrebbero farlo solo simbolicamente, continuando ad andare al lavoro però rinunciando alla paga.
E naturalmente c’è poi l’accusa più comune: il sindacato fa politica.
Ma dai, madame la marchesa, ma possibile?! E certo che fa politica, branco di idioti, e meno male.
La fa, come chiunque di noi nel momento in cui compie una scelta che riguarda il vivere in una società.
Caso 2
Al contrario, quando il sindacato non fa niente diventa complice del governo cattivo, colpevole di tutti i mali del mondo, dagli stipendi più bassi del pianeta alle cavallette in Cina, passando per il caso Stellantis, appunto. E il bello è che quelli che lo attaccano sono gli stessi esemplari della variopinta fauna del Caso 1.
Bisognerebbe fare pace col cervello. Ad avercelo, il cervello.
Ma sì che ce l’abbiamo. E’ che purtroppo siamo più stro*zi che stupidi, e quella della stupidità non possiamo nemmeno usarla come scusa.
Credo anch’io che il sindacato non faccia, e non abbia fatto, abbastanza, ma a differenza di certi cialtroni, io lo credo da sempre. Fermamente.
Preciso, prima di proseguire, che quando parlo di sindacato, mi riferisco a CGIL, un pochino a UIL, e affatto a cisl, perché definire quest’ultimo sindacato sarebbe come definire Fedez un cantante.
E credo anche che il sindacato dovrebbe agire in base ai fatti, e solo a quelli, senza condizionamenti derivanti da chi in quel momento governa il paese.
I fatti hanno una caratteristica bizzarra: restano tali, proprio come i soprusi e le ingiustizie.
A prescindere da chi li compie.
I troiai commessi da Renzi non dovevano passare sotto silenzio solo perché venivano da un partito che aveva origini di sinistra, almeno ai tempi delle guerre puniche.
Si dovevano impedire, scendere in strada e battersi contro quello scempio, e non lavarsi la coscienza con quattro cacchio di ore di sciopero. E così doveva essere anche per la riforma Fornero e le mille altre caz*ate compiute in nome dell’austerità e dell’ineluttabilità dei tempi, e accettate perché nel gruppo degli scellerati che le decidevano ci stava dentro anche il pd.
Non si può accettare, né tantomeno dare per scontato come si è sempre fatto in questo caz*o di paese, che il dolore delle scelte da fare sia sempre e solo quello degli ultimi.
Immaginate se quello che ha fatto Renzi, tanto per ribadire il concetto, lo avesse fatto Berlusconi, se fosse stato lui a devastare il mondo del lavoro, a brutalizzare conquiste costate il sangue dei nostri nonni: avremmo dovuto affittare piazze nei paesi limitrofi per contenere la rabbia della gente. E infatti Berlusconi, che stupido non era, quelle scelte non le ha mai fatte. Ha aspettato che si abbattessero da soli.
Rimanere ancorati al pd anche quando di sinistra non c’era rimasto più niente e della classe operaia non fregava più un ca*zo di niente a nessuno, come se non esistesse nemmeno più, come se fosse una zavorra da buttare per volare alti vero il nuovo mondo liberista e globalizzato, è stata colpa gravissima, imperdonabile.
Credo poi che con i padroni non si debbano fare accordi di alcun tipo al di là di quelli contrattuali; parlo di cogestioni, concertazioni, pacche sulle spalle, tarallucci e vino. Una moda, quella del “volemose bene” che ha preso sempre più pigolo, forse per prepararsi una carriera da manager nella stessa azienda sulla quale si prometteva di vigilare, oppure in politica, di certo entrambe più redditizie e comode dell’attività sindacale.
Ognuno faccia la sua parte: il padrone faccia il padrone e il sindacato faccia gli interessi dei lavoratori: è una regola facile da capire.
Eppure vorrei avere un soldino per ogni volta che l’ho vista trasgredire.
Non la farò tanto lunga però, ne ho parlato anche nei miei libri di certe esperienze personali e ripetermi mi infastidisce.
Sono già rincoglionito abbastanza per farlo troppo già di mio.
Il sindacato ha colpe eterne. Rimane mistero fitto come sia possibile che, in un paese dove la sua forza è enorme, ci siano ancora gli stipendi più bassi dell’universo, poca sicurezza e troppi morti sul lavoro, condizioni precarie, caporalato, paghe da fame delle quali tutti dicono di lamentarsi ma poi in piazza non c’è sceso mai nessuno, né sindacati né partiti (si legge salario minimo).
Viene da pensare cosa ca*zo abbiano fatto in tutto questo tempo, ma forse “sono andati a letto presto”.
Soprattutto quando a governare c’era il pd.
Ma se oggi si sono svegliati da questo torpore, va bene: era anche l’ora.
E poi c’è Stellantis, dove uno viene mandato a casa con cento milioni di euro per evitargli di fare altre danni.
Non c’è fantascienza distopica che potrebbe spiegare questo. Solo l’idiozia del genere umano può farlo.
Io c’ero ai tempi della Fiat e delle lotte di piazza, degli Agnelli sullo yacth col pisello di fuori e l’orologio sopra la camicia, e quel mondo mi è sempre stato fortemente sui coglioni. Tutto, dalle erre mosce alla Juventus.
L’ho combattuto, ho scioperato anch’io per i diritti di quegli operai, mi è sempre stato chiaro come quell’azienda prosciugasse le risorse dello stato ricattandolo con la possibile perdita dei posti di lavoro.
E c’era chi la difendeva sostenendo, appunto, che il misericordioso avvocato era buono perché dava da mangiare a tanta gente, le cose che si sono dette poi per Berlusconi e oggi, ancora più in grande perché nel frattempo i ricchi si sono ulteriormente arricchiti a dismisura, per Musk.
Come se la loro ricchezza non fosse quella di tutti distribuita male.
Certo, ha creato posti di lavoro, è innegabile, ma poi bisognerebbe anche chiedersi quanto ci sono costati quei posti di lavoro e magari ci accorgeremmo che li abbiamo pagati tutti noi, e pure con interessi piuttosto salati, giusto per ingrassare tutta una dinastia che ha delocalizzato i profitti ma lasciato i problemi, e si permette di liquidare un manager di scarsa capacità con cifre da nababbo mentre ai suoi operai sta crollando il mondo addosso.
Il famoso capitalismo all’italiana, insomma: gli utili al padrone e i debiti allo stato.
E questo gran genio di Tavares lo avevano preso pure in Portogallo, ca*zo! Come se in Italia non ce ne fossero già abbastanza.
Siamo pieni di fenomeni come lui e come lui liquidati a badilate di soldi, basta citofonare alle aziende che hanno distrutto.
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Orso Grigio