Vottorio Feltri e l’ergastolo a Filippo Turetta

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Secondo Vittorio Feltri l’ergastolo comminato a Filippo Turetta per il brutale omicidio di Giulia Cecchettin è una pena eccessiva, basterebbero 30 anni per qualsiasi delitto anche il più turpe. Dal punto di vista di Feltri mantenere un individuo in carcere per tutta la vita è contrario ai principi di umanità che dovrebbero guidare il sistema giudiziario.
Tuttavia i principi umanitari evocati sembrano essere affetti da relativismo feltriano: se la pena riservata a Turetta è eccessiva, investire ciclisti oppure sparare in bocca per molto meno di un omicidio agli islamici, in quanto razze inferiori, risponde agli strampalati criteri umanitari personali di Feltri.
Il giornalista – radiato dall’albo per il modus operandi che ignorava principi e deontologia professionale- coerentemente con l’empatia emersa dalle sue affermazioni, ha aggiunto che nei casi estremi sarebbe meglio applicare la pena di morte piuttosto che prolungare una sofferenza, intendendo quella della vittima. Come se vittima e parenti di questa, sempre in virtù dei principi umanitari ventilati, potessero avvantaggiarsi dalla morte dell’assassino perché sancirebbe la fine della sofferenza.
La logica contraddittoria di Feltri : l’ergastolo nel caso di Turetta è eccessivo perché lo scopo della detenzione è il futuro reinserimento nella società, se si tiene un individuo in carcere per tutta la vita cosa si reinserisce?
Se la premessa è questa condannare a morte Turetta, considerata la pianificazione del delitto che possiamo considerare senza meno estremo, come si inserisce nell’ambito della riabilitazione dei detenuti. Resuscitiamo i morti dopo l’esecuzione? D’accordo, non ci resta che applicare il rivoluzionario orientamento umanitario della pena di morte.
Vittorio Feltri è sempre straordinario: molto “attento” ai principi umanitari che dovrebbero guidare la giustizia, non guarda mai quelli che dovrebbero ispirare stampa e più in generale media cannibali e bugiardi che fanno del diritto di cronaca l’arma devastatrice al servizio dell’audience. Credo che per evitare sofferenza e sconcerto ai parenti di Giulia, l’ultimo a cui chiedere opinione sia proprio Vittorio Feltri, ci saremmo risparmiati il suo delirio sull’ergastolo eccessivo di Turetta o in alternativa la pena di morte.
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Gioacchino Musumeci