DI ENNIO REMONDINO
Da REMOCONTRO –
Per ‘Politico.eu’, versione europea del quotidiano statunitense largamente diffuso nel mondo via web, in Ucraina è già ‘guerra mondiale’. «A tre anni dall’invasione russa, sono stati coinvolti decine di Paesi», scrive Eva Hartog. Con dettaglio di partenza.
«Se avessi camminato in prima linea nelle prime settimane di guerra in Ucraina, avresti potuto sentire grida in ucraino e russo. Oggi, le truppe su entrambi i lati della linea del conflitto comunicano in spagnolo, nepalese, hindi, somalo, serbo e coreano».
Europa, peacekeeping in Ucraina? Donald Trump che entrerà in carica il 20 gennaio, impone agli europei di discutere se inviare o no forze di peacekeeping come parte di un futuro “accordo di pace” con la Federazione russa. Vertice quasi di nascosto.
Le lingue straniere nelle trincee fangose
Le lingue straniere parlate nelle trincee sono un segno di come il conflitto abbia assunto una dimensione sempre più internazionale. Quella iniziata nel febbraio 2022 è più grande guerra terrestre europea dai tempi della Seconda guerra mondiale, e diventare il conflitto più globale dai tempi della Guerra Fredda, con decine di paesi direttamente o indirettamente coinvolti. Con l’Ucraina che ora rischia di perdere il suo più grande sostenitore con Donald Trump alla presidenza Usa, mentre la Russia riceve sempre più sostegno dagli altri nemici di Washington.
Prima solo l’Afghanistan
«L’ultima volta che abbiamo visto qualcosa del genere con l’invasione sovietica dell’Afghanistan», ha detto il famoso storico della Guerra Fredda Sergey Radchenko. «Quando c’era supporto per i mujaheddin dall’Occidente e anche dal Pakistan, e tutti ci provavano». Alcuni degli errori sia russi che poi americani di allora, ripetuti. La guerra russa contro la Nato che Mosca si aspettava finisse nel giro di poco tra azione militare e diplomazia. «Sarebbe stato un conflitto locale se si fosse concluso in fretta», ha detto Radchenko. «Ma non è successo».
Piccola guerra cresce
Oggi entrambi i Paesi contano sull’aiuto esterno: l’Ucraina per restare in piedi; la Russia per conservare il suo predominio, riducendo al minimo l’impatto della guerra sulla popolazione. Armi ad alta carica ideologica, l’Ucraina che afferma di combattere per la ‘democrazia’ avendone bel poca in casa, e la Russia contro l’egemonia americana e ‘l’Occidente collettivo’. E la proposta di un “ordine mondiale multipolare”, ha convinto molta parte del sud del mondo sotto l’egida dei BRICS. Oltre alla Cina, protagonista cruciale nel sostenere l’economia russa dalle sanzioni occidentali.
“Linee rosse” da entrambe le parti
«Senza l’aiuto occidentale, la guerra non sarebbe sopravvissuta al suo primo anno e si sarebbe conclusa con una schiacciante sconfitta per l’Ucraina», afferma Alexander Gabuev, del Carnegie Endowment for International. Aiuto va e vieni, come per le armi per colpire in Russia. E nonostante l’allarme dei paesi dell’Europa orientale su un’imminente invasione russa, le truppe di Mosca si sono tenute alla larga dal territorio della NATO. Anche la Cina ha rispettato alcune linee rosse imposte dall’Occidente, non fornendo alla Russia armi letali.
Truppe straniere in campo ultimo tabù
La possibilità di ‘mettere gli stivali occidentali sul campo’, sparata da Macron, ha avuto vita più breve dei suoi governi. Il problema dei conflitti internazionalizzati, sta scoprendo l’Ucraina, è che i sostenitori esterni possono essere capricciosi e il loro impegno sino alla successiva campagna elettorale. Verso la fine del 2024, una vittoria ucraina con il ritorno ai confini del 1991, sostenuta da Washington e Bruxelles è evaporata, prima della vittoria di Trump, mentre passa l’idea di un accordo che congeli il conflitto con la cessione di territorio ucraino.
Serie Hollywoodiana
«Fin dall’inizio era chiaro che se l’Ucraina non avesse vinto abbastanza in fretta, l’America si sarebbe ritirata», ha affermato Nina Khrushcheva, professoressa di affari internazionali alla New School di New York e pronipote del leader sovietico Nikita Krushchev (Krusciov per noi). «Tutto questo è stato visto fin dall’inizio come una serie di Hollywood». «I sostenitori dell’Ucraina pensavano che sarebbe finita dopo una sola stagione. Ma poi ce n’è stata un’altra. Ora ce n’è una terza, e quindi ovviamente l’attenzione è svanita. Non vogliamo una quarta serie, ma accadrà».
Guerra di logoramento
«Per gli Stati Uniti, evitare una guerra nucleare con la Russia è sempre stata la priorità numero uno in questo conflitto. La seconda è aiutare l’Ucraina a vincere», ha detto lo storico Radchenko. Oggi diremmo, ‘aiutarla a non perdere troppo’. Mentre i sostenitori dell’Ucraina ora devono confrontarsi con l’opinione pubblica di casa. Un sondaggio del Pew Research Center ha mostrato gli americani divisi a metà sul fatto che il loro paese avesse la responsabilità di aiutare l’Ucraina. Nel frattempo, il conflitto diventa guerra di logoramento, modello prima guerra mondiale.
La fine della guerra
Secondo una stima del Pentagono l’Ucraina ha truppe solo per altri sei-dodici mesi prima di crollare. Sia Ucraina che Russia hanno difficoltà a mobilitare un numero sufficiente di uomini, e stanno utilizzando migliaia di stranieri. Oltre alle truppe fornite da Pyongyang -sempre Politico-, Mosca ha reclutato combattenti da Cuba, India, Nepal, Siria, Serbia, Repubblica Centrafricana e Libia, con generosi stipendi e promessa di cittadinanza. L’Ucraina, oltre agli incentivi finanziari, propaganda la ‘parte giusta della storia’.
L’esito finale
Per gli analisti, l’esito della guerra dipenderà dalle decisioni dei principali sostenitori dei combattenti oltre agli Stati Uniti da verificare con l’avvento di Donald Trump: la NATO e la Cina. Sempre secondo Politico, «Altri fattori che potrebbero ‘far pendere la bilancia’: negli USA, in già citato imprevedibile Trump. In Medio Oriente, il conflitto dell’Iran con Israele che al momento di sta prendendo pezzi consistenti di Siria. In Europa, un’ondata di popolarità per i partiti di estrema destra, alcuni dei quali sono scettici nell’aiutare l’Ucraina».
Europa, peacekeeping in Ucraina
“Il potenziale parziale ritiro americano del sostegno a Kiev dal 20 gennaio, Trump in carica, ai Paesi europei di discutere se inviare o no forze di peacekeeping come parte di un futuro ‘accordo di pace’ con la Federazione russa. Un’ipotesi di cui si discute nascostamente da mesi. La possibilità sarà trattato questa sera a Bruxelles con l’ucraino Zelenskyy e del segretario generale NATO Rutte. L’incontro, su pressione del presidente eletto Usa, su un eventuale accordo di pace tra Kiev e Mosca inviando truppe europee in Ucraina.”
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Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di
18 Dicembre 2024