DI MARIO PIAZZA
Politicamente parlando è meglio così, devo ammetterlo.
L’assoluzione non solo sottrae a Salvini il ridicolo alone di martire patriota di cui si era ammantato che tanto piaceva alla sua truppa xenofoba ma entro certi limiti ripristina il patrimonio di imparzialità della Magistratura anche agli occhi di chi, pur senza essere razzista, stava cominciando a credere al teorema dell’uso politico della Giustizia.
Inutile prendersela con la Magistratura che pure annovera tra i suoi componenti personaggi discutibili che utilizzano il proprio potere per scopi ideologici e per personali crociate di sostegno a entrambi gli schieramenti politici, e ancora più inutile prendersela con Salvini che del proprio turpe e viscerale razzismo non ha mai fatto mistero.
La delusione, l’indignazione e la rabbia sorda che mi stringono lo stomaco per questa assoluzione sono tutte indirizzate verso il paese a cui sempre più spesso mi vergogno di appartenere. Una nazione che prima con il PD di Minniti, poi con il governo grilloleghista e ora con il neofascismo meloniano è riuscita a darsi leggi vergognose. Leggi che considerano i migranti meno degni di rispetto di una merce qualsiasi, perché se sulla Open Arms invece di esseri umani disperati ci fosse stato un carico di funghi porcini col cavolo che li avremmo lasciati a marcire per settimane in mezzo al Mediterraneo.
E stiamo bene attenti, perché è troppo facile puntare il dito contro Salvini, Minniti, Di Maio, Meloni e tanti altri della stessa risma mentre noi, magari con un crocifisso appeso al collo, incoraggiamo questo schifo anche solo sbuffando contro un “vucumprà” o girando lo sguardo per non vedere questa umanità disperata.
Nessuno si senta escluso, nemmeno io.
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Mario Piazza