DI ALFREDO FACCHINI
È difficile decidere da dove cominciare con Elon Musk.
Un tutt’uno tra “clown, genio, provocatore, visionario, industriale e showman”, come lo ha definito il Time.
Il 53enne nato il 28 giugno 1971 a Pretoria, in Sudafrica, vuoi o non vuoi, è sicuramente l’uomo del momento.
“Se Musk vuole giocare a fare il presidente, forse Trump dovrebbe lasciargli lo studio ovale”, è il leit motiv malizioso che rimbomba nei corridoi del Congresso.
Quanto è accaduto la scorsa settimana segna il primo indizio.
Martedì il Congresso degli Stati Uniti trova un faticoso accordo bipartisan per l’autorizzazione della spesa amministrativa, necessario per evitare lo shut-down governativo sotto Natale. Lo speaker repubblicano della Camera, Mike Johnson, e il presidente democratico del Senato, Chuck Schumer, si dichiarano soddisfatti del compromesso. Ma il giorno dopo l’uomo più ricco del Mondo tuona su X definendolo un “affronto al popolo americano”. Con oltre 170 post, Musk accusa il governo di cospirazione e scomunica i repubblicani favorevoli al decreto.
Trump, inizialmente silente sul tema, dichiara anche lui la sua opposizione al decreto, spingendo i repubblicani a cambiare rapidamente posizione e ad allinearsi con Musk.
“Trump ha già fatto cose del genere prima. Questa volta, però, sembra che avesse paura che Musk lo surclassasse. Ora c’è un nuovo bullo dei social media in città, che spinge il campione dei bulli dei social media in giro”, commenta John Mark Hansen, professore di scienze politiche all’Università di Chicago.
Diversi quotidiani, tra cui il “New York Times” e il “Washington Post” (del rivale Jeff Bezos, fondatore di Amazon), sottolineano il potere spropositato esercitato dal magnate sudafricano.
Da gennaio guiderà un nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa, il “Doge”, un acronimo che sembra essere un riferimento al progetto di criptovaluta “Dogecoin” da lui coltivato.
Incredibilmente c’ha pensato la madre di Musk su Fox News a chiarire le idee del figlio: “Si sbarazzerà semplicemente delle persone che non lavorano o non hanno un lavoro o non lo fanno bene, proprio come ha fatto su Twitter”. (80% del personale licenziato)
Ma c’è un altro Musk che preoccupa e non poco. Quello che esercita una nuova insolita forma di potere su una delle risorse cruciali dell’ecosistema delle comunicazioni: la connettività Internet via satellite.
Un solo uomo che può aprire o chiudere, se lo desidera, il rubinetto satellitare per milioni di persone, in aree molto remote del Pianeta o in condizioni estreme come una guerra.
Prendiamo il conflitto in Ucraina: all’alba della Guerra, “SpaceX” – una delle creature di Musk – ha donato oltre 1.300 terminali “Starlink” alle forze armate di Kiev, tenendo in piedi le loro capacità di comunicazione e coordinamento. Tuttavia, nel febbraio 2024, l’Ucraina ha denunciato l’uso dei satelliti “Starlink” anche da parte delle forze russe nei territori occupati, come nella regione di Donetsk.
Il “Wall Street Journal” ha riferito che Musk è in contatto regolare con il presidente russo Vladimir Putin dalla fine del 2022 e che le loro discussioni avrebbero toccato “argomenti personali, affari e tensioni geopolitiche”.
Accendi o spegni, doppiogiochista?
Secondo la “CNN”, Elon Musk avrebbe ordinato ai suoi ingegneri di disattivare la rete satellitare “Starlink” vicino alla costa della Crimea, temendo che un attacco ucraino nella zona potesse scatenare una risposta russa con armi nucleari tattiche. Secondo quanto rivelato dalla “CNN”, Musk temeva di essere ritenuto responsabile di un’escalation paragonabile a una “piccola Pearl Harbor”.
Musk dopo la sua repentina svolta a destra e anti-statalista – per una vita ha flirtato con gli ambienti liberal – ha rivolto insistentemente il suo sguardo su quanto ribolle di repellente nel Vecchio Continente.
L’ambizione è quella di incarnare il ruolo di guru dell’Internazionale nera.
In Inghilterra sostiene Nigel Farage e il suo partito sovranista “Reform UK”, tanto che sulle rivolte anti immigrati della scorsa estate ha scritto su “X” che “la guerra civile è inevitabile”.
A novembre ha condiviso un post di Tommy Robinson, attivista neofascista, chiedendo perché fosse in carcere.
In Germania soffia sul fuoco dei neo nazi di Alternative für Deutschland (AfD). Mentre in Italia è nota la stucchevole quanto presunta liaison con la ducetta del nulla.
Tesla, SpaceX, Solar City, Neuralink, Boring Company, X (Twitter) è questo l’impero di Musk.
Ha co-fondato “PayPal”, fondato “SpaceX” nel 2002 e co-fondato “Neuralink” nel 2016. È diventato amministratore delegato di “Tesla” nel 2008. Nel 2022 ha acquistato “Twitter”, rinominandolo “X” nel 2023.
Si è laureato in fisica ed economia alla “University of Pennsylvania” nel 1997. Ha iniziato un dottorato in fisica a “Stanford”, ma l’ha abbandonato dopo pochi giorni per dedicarsi all’imprenditoria.
I critici di “Elon Musk imprenditore” lo rimproverano su diversi fronti.
“Tesla” e “SpaceX” sono state accusate di tollerare ambienti di lavoro tossici, con ritmi di lavoro insostenibili e episodi di razzismo, sessismo e molestie. Non sorprende che sia stato oggetto di critiche per la sua opposizione alla sindacalizzazione dei dipendenti Tesla.
Recentemente ha rilasciato un’intervista alla rete “CNBC”, in cui ha sparato a zero contro il lavoro da remoto, facendone una questione morale e di produttività.
Musk è stato spesso accusato di fare promesse irrealistiche, come le previsioni sulla guida autonoma di Tesla o i tempi per la colonizzazione di Marte. Balle spaziali. In molti lo ritengono più un abile venditore di sé stesso e delle sue idee che un vero innovatore.
Megalomane? “Non do per scontato di poter contare su cento copie di me stesso”.
Sotto la lente d’ingrandimento anche il suo stile di vita.
Musk, ha 11 figli, avuti con tre mogli diverse. L’ultimo l’ha chiamato: X Æ A-12. Con la fecondazione in vitro nel 2004 sono arrivati due gemelli, e altri 3 nel 2006. L’ottavo figlio, che si chiama Exa Dark Sideræl Musk, è stato ottenuto tramite maternità surrogata, l’utero in affitto.
Si tratta di una pratica che la proposta di legge di Fratelli d’Italia licenziata dalla Commissione Affari costituzionali della Camera considera “un reato universale”, punibile anche se commesso all’estero, con la reclusione fino a due anni.
Ma per la ducetta basta che sei ricchissimo e potente puoi farti i beati …
Un’inchiesta del “Wall Street Journal” pubblicata a gennaio ha rivelato che Musk aveva fatto uso di droghe, tra cui ketamina, LSD, cocaina, ecstasy e funghi allucinogeni, preoccupando dirigenti e membri del consiglio di amministrazione delle sue aziende.
“Per gli investitori, se c’è qualcosa che prendo, dovrei continuare a prenderla”. Alla faccia di quel salame di Salvini.
Naturalmente l’acquisto di Twitter (ora X) è quello che ha fatto più rumore: dove ha licenziato gran parte del personale, alterato le politiche di moderazione dei contenuti e favorito un approccio alla “libertà di parola”, che è sfociato in disinformazione e odio online.
Un’accusa frequente è quella di promuovere il transumanesimo, ossia l’idea di spingere verso una nuova forma di umanità che ha nella macchina il suo nuovo Dio.
Tecno-stregone? Cowboy dello spazio? Icona della destraccia globale?
Per chi scrive la questione è più terra-terra: Musk è l’emblema dell’ultimo stadio di un Capitalismo ostile ad ogni regola che, con la promessa di futuri paradisi terrestri e extraterrestri ricchi di opportunità senza precedenti, intende continuare a strapazzare i mercati e stracciare i suoi avversari.
L’idea di marketing: convertire i lussi in necessità. Semplicemente: un tecno-paracu*o.
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Alfredo Facchini