Guerra Ucraina 2025 nella confusione Nato

DI ENNIO REMONDINO

 

Da REMOCONTRO –

Lo stesso segretario Nato Mark Rutte che, amletico, aveva detto: «Non siamo in guerra, ma non siamo neanche in pace», ora si dedica alla geografia e riconosce che «il fronte si muove verso ovest e non verso est: Kiev si prepara ad affrontare un inverno difficile e avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile da parte dell’Occidente, per poter arrivare al tavolo negoziale in posizione di forza». Quali decisioni da parte dell’occidente ‘non vincente’?

Ora 10 chilometri al giorno

“Un alto funzionario NATO anonimo spiega ai media che il ritmo dell’avanzata delle truppe di Mosca aumenta: «se prima avanzavano dieci metri al giorno oggi ci sono giornate in cui guadagnano terreno al ritmo di dieci chilometri al giorno». Quasi Caporetto, tra ‘ritirate’ e ‘rotta’. Notizie con l’obiettivo evidente di motivare i governi europei a fare di più per aiutare gli ucraini ma l’obiettivo non è sempre quello auspicato.”

Errore Kursk e poi il resto

Nella regione russa di Kursk, ha riferito la ‘fonte NATO’, le forze ucraine «controllano circa 300 chilometri quadrati di territorio», che non sono i 1.300 dell’inizio. La situazione è ancora più critica su tutti i fronti in territorio ucraino nelle regioni di Kharkiv e Donetsk e nella grande offensiva in quella di Zaporizhia. I territori conquistati dai russi tra ottobre e novembre sono stati 5 volte superiori (circa mille chilometri quadrati ogni mese) di quelli conquistati nell’intero 2023 secondo il canale Telegram ucraino Ukr Leaks con i dati UA War Infographics.

Se la Nato ammette la Russia rincara

Il 17 dicembre il ministro della Difesa russo, Andrej Belousov, ha sostenuto che nel 2024 «le truppe russe hanno liberato quasi 4.500 chilometri quadrati del territorio occupato dal nemico». Il ministro sostiene che le forze ucraine controllano circa il 25-30 per cento del territorio delle regioni di Donetsk, Kherson e Zaporizhia e solo l’1 per cento di quella di Luhansk. Si tratta delle quattro regioni che Mosca ha annesso alla Federazione con i referendum del settembre 2022, il cui riconoscimento, insieme a quello dell’annessione della Crimea, è una delle condizioni poste dai russi per aprire al negoziato con Kiev e concludere ‘l’Operazione Militare Speciale’.

L’inverno non ferma le truppe russe

Le condizioni stagionali, ha osservato ‘la fonte’, «non hanno ancora prodotto alcuna riduzione delle operazioni offensive delle forze russe». Strana giustificazione, visto le condizioni invernali non hanno mai ostacolato le operazioni russe. I russi, le valutazioni dell’Alleanza Atlantica, «reclutano probabilmente 30mila nuovi soldati al mese» rispetto a «perdite massicce stimate in 1.500 soldati al giorno». Numeri di impatto, ma discutibili sul piano concreto, a meno che non vogliamo dare credito ai dati forniti da Kiev e ripetuti acriticamente dalla Nato.

Se i russi hanno tutto di più, i veri caduti?

Si ammette che i russi “mantengono un significativo vantaggio in termini di munizioni, uomini ed equipaggiamento” (più artiglieria e supporto aereo e sparano ogni giorno almeno il triplo dei colpi di artiglieria esplosi dagli ucraini) è difficile ritenere che subiscano perdite maggiori del nemico. Anzi, è vero il contrario: la maggiore potenza di fuoco permette di avanzare solo dopo aver indebolito il nemico riducendo le proprie perdite, come riferiscono alcuni ufficiali ucraini che combattono in prima linea.

Troppe battaglie senza speranza

Gli ucraini hanno combattuto a lungo battaglie senza speranza sacrificando molte brigate e questa è una delle ragioni per cui oggi Kiev non riesce ad arruolare nuove reclute se non con la coercizione. Diversi ufficiali ucraini denunciano reclute poco o male addestrate che vengono decimate dal fuoco russo ancor prima di entrare in contatto col nemico. Dichiarazioni al Financial Times, CNN e altre testate anglosassoni. The Guardian riporta come le forze che combattono in trincea sono sfinite e quelle che le sostituiscono sono scarse e formate da uomini sempre più anziani, inesperti se non inadatti del tutto alla guerra.

Se la difesa aerea diventa fanteria

Due fonti della difesa antiaerea Ucraina interpellate dal Guardian affermano che molti loro uomini che operavano nelle unità antiaeree che ogni notte abbattono con successo ondate di droni e missili, formate da operatori esperti, affiatati e ben coordinati, vengono inviati a combattere in trincea come fanteria.«Si sta raggiungendo un livello critico in cui non si può più essere sicuri che la difesa aerea possa continuare a funzionare come si deve».Un soldato della 114a brigata: «Di recente abbiamo ricevuto 90 reclute, ma di loro solo 24 erano pronte per essere inviate alle loro posizioni. Le altre erano vecchie, malate o alcolizzate. Un mese fa vagavano per Kiev o Dnipro, ora si trovano in trincea e a malapena sanno tenere in mano un’arma».

La stampa ucraina ora critica

Il reportage del Guardian conferma il canale Telegram ucraino Rezident che riferiva  come per colmare carenze di organici, venivano inviati in prima linea il 30/40 militari delle unità logistiche privi di addestramento tattico ed esperienza di combattimento. Un articolo del Financial Times riferiva che una delle ragioni per cui non si riescono a creare nuove linee fortificate per fermare eventuali sfondamenti russi è stata la decisione di inviare al fronte come fanteria persino i reparti del Genio in grado di creare ostacoli, trincee, campi minati.

Renitenza alla leva per sfuggire al massacro

Il reportage del Guardian ha ricordato che secondo un sondaggio del Razumkov Centre, il 45% degli ucraini ritiene che non ci sia nulla di cui vergognarsi a sfuggire al servizio militare a fronte di un 29% che la pensa diversamente, con molti giovani che fuggono all’estero. Il tema delle perdite subite dalle forze ucraine viene evitato in ambito NATO. Mentre il presidente Zelensky era impegnato a smentire i 400mila caduti enunciati da Donald Trump, il canale Telegram ucraino Rezident ha riferito che le cifre sono classificate ma che i soli militari diventati disabili sarebbero 420 mila.

Le bugie patetiche di Zelensky

Pochi giorni dopo che Zelensky ammetteva solo 43mila caduti, è andato in onda un servizio del canale americano ABC News Prime Live che mostrava un militare ucraino in un centro di riabilitazione che riferiva di circa un milione di morti e feriti con centinaia di migliaia di invalidi. Reuters ha poi rivelato che la voce nel video era stata alterata e che ABC News non ha rilasciato commenti in proposito, ricordando che in settembre il Wall Street Journal aveva riferito che secondo le sue fonti un milione di soldati russi e ucraini erano rimasti uccisi o feriti in due anni e mezzo di guerra.

Il massacro nascosto

Tutti i dati citati sono ovviamente da prendere con le molle e impossibili da verificare, come quelli resi noti sempre da Rezident il 12 dicembre e citati in quei giorni da BBC e dal quotidiano francese Le Monde in cui emergeva che le perdite mensili ucraine sono superiori al tasso di mobilitazione. Se durante l’estate 35mila persone al mese venivano mobilitate, il numero in autunno è sceso a 20mila mensili (dei quali il 75% mobilitato a forza). Per i dati forniti da fonti russe, il canale Telegram Slavyangrad riportava che il totale dei necrologi di militari apparsi sui media ucraini aveva raggiunto quota 540mila dall’inizio del conflitto.

Bombardare per negoziare?

I russi hanno «intensificato i bombardamenti contro le infrastrutture critiche, in particolare le centrali elettriche che fanno chiaramente parte di una campagna per aumentare la pressione’ sulla vita di tutti i giorni mentre l’inverno avanza”, dichiara la fonte NATO. Un’offensiva a cui Kiev risponde con incursioni eclatanti dei suoi droni contro obiettivi militari e depositi di carburante in profondità nel territorio russo. Ma con l’80 per cento del potenziale energetico distrutto, è l’Ucraina che non riesce ad alimentare le aziende che producono armi e munizioni.

Putin disposto a trattare realmente?

La questione sembra destinata a restare in sospeso almeno fino all’insediamento di Donald Trump, il 20 gennaio prossimo. Il presidente eletto ha dichiarato di non vedere l’ora di incontrare Putin per risolvere il conflitto ucraino. «Il presidente Putin ha detto che vuole incontrarmi il prima possibile. Dobbiamo porre fine a questa guerra», ha detto Trump alla conferenza dell’AmericaFest a Phoenix, in Arizona, ribadendo che il conflitto ucraino non sarebbe scoppiato se lui fosse stato allora presidente degli Stati Uniti.

Dal Cremlino intanto…

“Ieri il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha affermato che «rimaniamo aperti ai negoziati. Ma poiché non ci sono ancora progressi in termini di preparazione dell’Ucraina ai negoziati, continuiamo la nostra operazione militare speciale -aggiungendo che-, le dinamiche del conflitto sono sotto gli occhi di tutti e parlano da sole: stiamo andando avanti».”

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Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di

26 Dicembre 2024