DI GIOACCHINO MUSUMECI
I sondaggi rappresentano una forma subdola di propaganda che evidentemente ha lo scopo di indurre il cittadino a pensare (oggi indurre più che altro rassegnazione) che chi guadagna maggiore consenso politico faccia un buon lavoro. Strumentalmente e scorrettamente si divulga l’idea che il consenso politico “popolare” derivi dalla bontà dell’operato del governo in carica.
Ma i sondaggi, se si riflette attentamente, non servono i cittadini, piuttosto i cittadini servono i sondaggi offerti alla politica da istituti che rivelano quanto la “manipolazione mediatica” abbia portato vantaggi a chi controlla più mezzi di informazione. E non devo spiegare chi sia il più avvantaggiato in questo senso.
Informazione giornaliera deviante o scollata dal piano reale oltre essere un segnale preoccupante di subdola deriva totalitaria, influenza fortemente l’opinione pubblica; il sondaggio in definitiva riflette il malsano condizionamento quotidiano a cui il cittadino è sottoposto. Questo dev’essere chiaro ogni volta che ci viene proposto il risultato di un sondaggio perché il ruolo dei media è quello di controllore dell’opinione delle masse.
Avrete notato, SPERO, che i sondaggi hanno assunto un rilievo importantissimo nella comunicazione di massa, e questo dato conferma inconfutabilmente che anche il sondaggio è diventato ulteriore strumento di manipolazione.
Secondo un utente “la bontà dell’operato politico si misura col consenso. Se alla maggior parte dei nostri concittadini va bene così deve andare bene anche per noi. Non è follia è pragmatismo.”
L’utente ha ragione? Riflettiamo: ammettiamo pure che i sondaggi – da cui si estrapola il consenso – siano svolti su un campione statisticamente attendibile e con domande pertinenti, non fuorvianti. La bontà dell’operato in una democrazia, a parer mio si misura da quanto le norme sintetizzate dal governo siano utili per la maggioranza dei cittadini, non per la minoranza che sostiene il governo. La maggioranza non può logicamente ridursi a un campione di intervistati che in realtà è solo un campione minoritario di questa.
Altrettanto nel suo operato il governo, oltre valorizzare la cultura, cioè le basi su cui crescere nuove generazioni, dovrebbe riservare particolare attenzione ai cittadini più deboli ed esposti perché la Costituzione proclama uguaglianza, equità e sussidiarietà quali principi basilari. Se questi non vengono applicati l’operato del governo è cattivo per forza. Ma spesso l’operato cattivo si manifesta in tempi molto lunghi e il cittadino intervistato non ne ha idea, perciò il verdetto del sondaggio dal punto di vista politico è molto fuorviante.
Nella valutazione non basta il pragmatismo, occorre anche applicare la logica democratica. E questa non può ridursi al sondaggio perché il cittadino troppo spesso, spiace dirlo ma l’ho verificato centinaia di volte, oltre essere malamente condizionato è illogico e fa a pugni con la politica, non ne capisce i concetti e ne ignora i programmi. Dunque quanto vale oggi il consenso come metro della buona politica? Precisamente quasi nulla.
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Gioacchino Musumeci
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Immagine in copertina di Eliana Zito