Chiede rispetto

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Chiede rispetto

Dopo aver soffiato sul fuoco dell’odio contro i percettori del reddito di cittadinanza; dopo aver umiliato, in diretta televisiva un padre in presenza dei suoi figli; insomma, dopo aver alimentato odio e mancanza di rispetto al solo fine di raccogliere i voti di squilibrati e disagiati e scatenando guerre fra poveri, la “signora” nella foto si lamenta di essere odiata e reclama quel rispetto che è stata incapace di esercitare. E lo fa con un vero e proprio appello. Dopo essere stata rinviata a giudizio per vari odiosi reati, fra i quali quello di aver truffato l’INPS, quindi lo stato, quindi tutti noi.
Di avere truccato i conti delle sue aziende, di aver costretto i propri lavoratori a lavorare durante la cassa integrazione Covid, pagando gli stipendi con i soldi della stessa cassa integrazione.
Il tutto mentre appariva in televisione lamentandosi dei ritardi nella erogazione della stessa cassa integrazione.
A quei tempi, quando, con le solite gambe accavallate nei salotti televisivi, umiliava un povero padre di famiglia, non poteva sapere che i suoi “giochetti” sarebbero stati scoperti.
Non immaginava che tutti avrebbero saputo che lei, mentre chiamava truffatori e mantenuti i percettori del RdC, stava in pratica facendo, per importi molto più alti, qualcosa di molto più grave. In questo caso il karma ha dato prova di esistenza. Bisognerebbe invitarla in una trasmissione televisiva e metterla in un confronto con quel padre che umiliò in maniera così vile.
Altro che rispetto.
Odiarla no, perché sarebbe persino una sorta di riconoscimento per tanta miseria umana. Rispettarla neppure. Dovrebbe solo dimettersi e vergognarsi, non fare appelli reclamando cose che non merita. Ovviamente non farà nessuna delle due cose. Ma qualora dovesse essere giudicata colpevole delle accuse che le si rivolgono e che paiono abbondantemente provate, spero che sia punita esemplarmente. E che i suoi brutti e costosi vestiti, insieme al suo ghigno che accompagna la sua cattiveria, più volte palesata, scompaia definitivamente dalle liste elettorali.
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Giancarlo Selmi