Giorgia Meloni alla conferenza stampa di fine anno

DI MARIO IMBIMBO

 

Conferenza stampa di fine anno

Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella sua infinità generosità e notoriamente disponibilità verso la stampa ha finalmente concesso che la tradizionale conferenza stampa di fine anno (2024) si svolgesse il 9 gennaio (2025) con leggerissimo e impercettibile ritardo rispetto alla tradizione.
Ci siamo permessi, con l’ausilio di Pagella Politica, di controllare sui temi principali se la Meloni ha detto qualche bugia o meno a attraverso un accurato fact-checking.

Lavoro: occupazione e disoccupazione

Sul lavoro la Premier ha affermato: “Penso che sia molto incoraggiante l’ultimo dato sulla disoccupazione, che scende ai minimi storici da quando vengono registrate le serie, 5,7 per cento. L’occupazione è ai massimi dall’unità d’Italia”. Ma secondo l’Istat, a novembre 2024 il tasso di disoccupazione in Italia era sì pari al 5,7 ma come mostra un qualunque grafico, il calo della disoccupazione è iniziato prima dell’insediamento dell’attuale governo che dunque si attribuisce meriti non suoi.
Sempre secondo la Premier crescerebbe il lavoro stabile: “Sono dati incoraggianti anche per la qualità di questo lavoro, che è prevalentemente lavoro stabile. Parliamo di 883 mila nuove assunzioni in questi due anni, ma se considerassimo solo quelle a tempo indeterminato arriveremmo al milione” È sì vero che, secondo l’Istat, tra ottobre 2022 – mese di insediamento del governo Meloni – e ottobre 2024 gli occupati in Italia sono aumentati di 830 mila unità, un dato in linea con quello esposto ma parlare di “nuove assunzioni”, come ha fatto Meloni, è però impreciso: per essere considerati “occupati” dall’Istat non è necessario aver firmato un contratto di lavoro o essere stati assunti da qualcuno. Ma occorre mantenere quel posto nel tempo.

Lotta all’evasione fiscale

Sulla lotta contro l’evasione fiscale ha affermato: “Sotto questo governo l’Agenzia delle Entrate fa il record di lotta all’evasione fiscale, di proventi della lotta all’evasione fiscale”. Qui invece Meloni esagera i meriti del suo governo nella lotta all’evasione fiscale. A febbraio l’Agenzia delle Entrate ha annunciato che, grazie alle sue attività, nel 2023 sono confluiti nelle casse dello Stato 24,7 miliardi di euro, “la somma più alta di sempre”. Nel 2022 era stato raggiunto il precedente record, pari a 20,2 miliardi di euro. Dei soldi recuperati nel 2023 però, 19,6 miliardi sono frutto di attività di controllo ordinarie dell’Agenzia delle Entrate, che erano già operative prima dell’insediamento del governo Meloni. Dunque si attribuisce meriti non suoi ma dei governi precedenti.

Sui Migranti

Su Migranti e tribunali però siamo al paradosso: “A me pare che le sentenze della Cassazione diano ragione al governo. La Cassazione dice che spetta al governo stabilire quali siano i Paesi sicuri e che conseguentemente il giudice non possa sistematicamente disapplicare il trattenimento dei migranti che arrivano da quei Paesi, ma può invece motivare il caso specifico per cui quella persona in ragione di non è sicura in quel Paese, che è una cosa completamente diversa da quella che hanno fatto i magistrati del Tribunale di Roma che non entrano nel merito del singolo caso”. Meloni qui fa proprio confusione sulle sentenze della Corte di Cassazione che riguardano i migranti. Nessuna autorità giudiziaria infatti ha mai sostenuto che i giudici dei tribunali potessero disapplicare erga omnes, ossia in modo generale, il decreto con la lista dei Paesi sicuri. Questa cosa, infatti, non è mai avvenuta: i giudici si sono limitati esclusivamente alla sua disapplicazione in merito a singoli casi concreti di richiedenti asilo, sottoposti al loro vaglio. Manco una sentenza sa leggere.
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Insomma a volte si attribuisce meriti non suoi facendo mera propaganda sfruttando l’ignoranza della gente, altre fa confusione mostrando tutta la sua capacità. Come dice il famoso adagio popolare e si capisce comprensibilmente anche dalla foto la Meloni non può che mentire perché si sa: “le bugie hanno le gambe corte”.
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Mario Imbimbo