Il truffatore (terza parte)

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

Una presidenza a due teste?

Sarà una presidenza a due teste quella che si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio? È la domanda che si rincorre nei corridoi del potere e negli editoriali di mezzo mondo.
Mentre Donald Trump conta i giorni, l’influenza di Elon Musk appare destinata ad allungarsi fino alle stanze del governo americano, prefigurando uno scenario senza precedenti di amministrazione a due voci.
Una Casa Bianca con due inquilini non si era mai vista, ma il panorama politico contemporaneo sembra fatto apposta per riscrivere le regole. Trump, simbolo del populismo più sfacciato, e Musk, incarnazione di un capitalismo iper-tecnologico, si profilano come due lati della stessa medaglia: un duopolio che potrebbe ridefinire i confini tra politica, economia e tecnologia. Musk, con il suo impero che spazia da Tesla a SpaceX, come un moderno Richelieu digitale, esercita il suo potere a 360 gradi.

Influenze geopolitiche

Nel 2024, il magnate sudafricano ha già dimostrato di poter influire anche sulle dinamiche geopolitiche: dall’Ucraina, dove il suo Starlink ha sostenuto e limitato le comunicazioni militari a seconda dei suoi calcoli, agli Stati Uniti, dove i suoi commenti hanno guidato la base repubblicana su questioni chiave, persino contro i leader del partito.

“Presidenza a due teste”, non è solo suggestione

La metafora di una “presidenza a due teste” non è solo suggestiva, ma riflette la polarità tra i due uomini. Trump incarna, nella Propaganda, il pragmatismo brutale, la retorica populista, il ritorno ai valori americani tradizionali. Musk, veste, invece, i panni del visionario che promette un futuro interplanetario, un’evoluzione post-umana. Entrambi disprezzano le regole e le istituzioni; entrambi parlano direttamente al “popolo” bypassando i filtri della mediazione politica; entrambi sono esperti nel trasformare il conflitto in opportunità. Gli osservatori si chiedono se questa alleanza informale possa reggere o se le tensioni tra due ego tanto ingombranti siano inevitabili. Trump, afflitto dalla sua megalomania, potrebbe trovarsi a fare i conti con un uomo che non teme di oscurarlo. Musk, dal canto suo, potrebbe usare la sua posizione per accelerare la sua agenda personale, che va dalla colonizzazione di Marte all’espansione delle criptovalute.

Un rapporto forse anche in evoluzione

Un esempio recente suggerisce come questo rapporto possa evolvere: dopo che Musk ha criticato il Congresso per il compromesso bipartisan sul budget federale, Trump si è affrettato a ritrattare la sua iniziale neutralità, allineandosi con il magnate. Un episodio che, secondo il politologo John Mark Hansen, “dimostra chi davvero detiene il controllo sulle redini del movimento populista”. “Trump è il volto della nuova presidenza, ma Musk è la mente che progetta il futuro”, scrive il Washington Post. E per alcuni, questa presidenza a due teste potrebbe essere il preludio di un’era in cui i leader eletti condividono il potere con i nuovi sovrani del capitalismo digitale.
L’America insomma si appresta a diventare il teatro di un esperimento senza precedenti, un altro inganno orchestrato ai danni di un popolo frantumato e perduto nella propria disillusione.
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Alfredo Facchini