La contrazione della produzione industriale nel nostro Paese pare non preoccupare il Ministro Urso

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

La Banca d’Italia lancia un allarme sulla crescita

Questo è il 22° mese di contrazione della produzione industriale e Urso pare che sia in altre faccende affaccendato. La Banca d’Italia lancia un allarme sulla crescita (non raggiungeremo neppure lo 0,5%) e oggi abbiamo superato i 3.000 miliardi di debito pubblico, nonostante le lacrime e il sangue (dei soli poveri, ovviamente). Però, a sentire la presidento, il suo governo di sciacqua lattughe, televisioni e giornali al seguito, siamo in pieno boom economico.

Il trasporto ferroviario è al collasso.

Funziona il doppio della metà di niente, fate voi il calcolo. Non si conoscono ora e data di partenza, immaginate se si possano conoscere quelle di arrivo. Siamo alla fase dei complotti, i responsabili del disastro invece di correre ai ripari, fanno esposti alla magistratura per “incidenti sospetti”. Mentre in parlamento ci va Ciriani e non Salvini che, oltre a non lavorare, non ci mette neppure la faccia. Ciriani dice che i ritardi sono in linea con quelli degli ultimi anni, non c’è nulla di cronico e che sì, tutto va bene, madama la marchesa.

A difesa accorre anche il Ministro dell’Istruzione

Ma la marcia di avvicinamento del paese ai livelli del Burundi, con tutto il rispetto per il Burundi, è accelerata dal sempre arzillo Valditara che, sempre attento al patriottismo, scrive che nella scuola primaria e media non bisogna più studiare cose “straniere”, tipo storia e geografia. Così fra venti anni, un trentenne di quel periodo non saprà chi è Napoleone né dove si trovi il Giappone. Bazzecole. Il tutto mentre il Tg1, come notizia più importante, dà il siparietto di Edi Rama che si inginocchia davanti alla presidento, gli fa un regalino, forse la dichiarazione d’amore, e gli canta pure “tanti auguri a te”.
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“E che cacchio” – ha detto Gigi Malotula, il mio venditore di pesce preferito – “per 800 milioni di euro, io alla presidento gli avrei regalato entrambi gli alluci”.
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Giancarlo Selmi