Tregua non pace

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

La “road-map” per la pace

Giusto tirare un sospiro di sollievo per il raggiungimento della tregua a Gaza, i bombardamenti si fermano e gli aiuti umanitari finalmente possono raggiungere ciò che rimane di un Popolo in agonia. Sbagliato o quantomeno illusorio pensare che, superato il primo passo dello scambio di prigionieri e del genocidio messo in pausa forzata dallo sdegno del mondo civile, la “road map” tracciata per il raggiungimento di una vera pace possa condurre da qualche parte.

Il “sogno” di Israele

Il riconoscimento di una Palestina libera con confini inviolabili sarebbe la fine del sogno sionista, quello così ben rappresentato dalla bandiera israeliana: Una striscia blu è il fiume Giordano, l’altra sono le acque del Mediterraneo e al centro la stella di Davide a possedere tutto ciò che ci sta in mezzo. E’ su quel sogno che è nata Israele, per esso è stata trasformata in un incubo la vita dei milioni di Palestinesi che in quel “mezzo” vivevano ed è quell’incubo che ha generato le frange terroristiche palestinesi e le tre Intifada (in arabo: rivolta).

Cancellare il Sionismo? 

Prima di cancellare Hamas bollandola grossolanamente come pura organizzazione terroristica che vorrebbe distruggerla, Israele dovrebbe cancellare il Sionismo e non può farlo così come un leone non può privarsi della sua spina dorsale. Non basterà neppure la creazione di un semi-governo palestinese che accetti di buon grado lo spadroneggiare israeliano, non basterà tornare alla vecchia idea dei Palestinesi utili come serbatoio di mano d’opera a basso costo, non basterà ridare loro un pezzettino di Gerusalemme per tener buona la minoranza sunnita.
Lo sfondo della bandiera israeliana è interamente bianco, non c’è spazio per macchioline come Gaza, la Cisgiordania o il Golan. Crederò alla pace quando Israele cambierà bandiera come ha fatto il Sud Africa alla fine della segregazione razziale.
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Mario Piazza