DI GIANCARLO SELMI
Crosetto è per ulteriori, ma ultimi, invio di armi a Zelensky
Che poi uno, dopo essersi fatto delle idee o, peggio, delle convinzioni, ascolta gli interventi di Crosetto e della Kaja Kallas, e getta d’istinto tutto nell’indifferenziata. Ovviamente mi riferisco a chi le convinzioni se le forma sui giornaloni, o sulle dichiarazioni di Del Rio o sull’inossidabile amore per le armi della Picierno. Crosetto, dopo aver ampiamente premesso che i russi hanno ormai vinto la guerra, richiama alla necessità di ulteriori invii di armi a Zelensky, dichiarando poi, in separata sede, di sperare che siano gli ultimi. E allora, uno si chiede, perché ci ostiniamo ad alimentare una guerra persa? Perché ci piace vedere aumentare il numero dei morti? Bah, forse è proprio così. O forse ci piace incrementare le entrate dei produttori di morte.
La Kallas richiede 27 eserciti
E lì casca la Kallas. Che, udite udite, vuole 27 eserciti perché siamo in guerra con la Russia. Evidentemente lo è lei. E non un esercito solo, che sarebbe più logico ed economico. Forse perché in Estonia la parte che riguarda le “economie di scala” non la insegnano? Forse perché dobbiamo rispondere alle minacce sui dazi di Trump, comprando ancora più armi dagli americani, così come vuole Trump? Vuole 500 miliardi di debito comune per destinarli agli armamenti. Il tutto mentre l’Europa si trova in una crisi che non ha precedenti, in declino su tutto, con povertà ormai crescenti e diffuse ovunque. È stata subito seguita dalle grida di giubilo dei “liberal” europei, a cominciare dai nostri centrini del PD, per finire ai soliti Macron e Scholtz. E questo conferma la teoria delle maree che restituiscono di tutto e, soprattutto, delle infezioni. Comincia sempre un solo virus, poi…
Soluzione unica, che c’è
Ma la soluzione c’è, Ve lo assicuro: mandiamoli tutti a casa.
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Giancarlo Selmi