DI ALFREDO FACCHINI
“Il popolo italiano è con me.”
Ogni intervento un comizio, in cui addirittura il salvataggio del torturatore pedofilo libico viene presentato come un atto di “difesa della nazione”.
Ogni intervento un colpo di clava sulla testa di chi rema contro. Lo schema comunicativo è sempre lo stesso: trasformare ogni contestazione in una prova di forza, ogni inchiesta in un attacco politico, ogni critica in una conferma della propria visione del mondo. La scelta di evitare il confronto parlamentare conferma una sceneggiatura collaudata: spostare il dibattito dalle sedi istituzionali ai canali dove la menzogna può essere plasmata senza contraddittorio. L’obiettivo non è rispondere nel merito, ma consolidare il consenso, polarizzando ulteriormente il discorso pubblico.
Per la “ducetta” le regole sono un ostacolo, esistono solo i rapporti di forza.
Meloni, ha fatto proprio il metodo Trump: la costruzione di un consenso che si fonda sull’appeal diretto e senza intermediari, bypassando i tradizionali canali della politica.
Il trumpismo ha insegnato che le regole del gioco possono essere distorte e reinterpretate, se il fine è il mantenimento del potere. Così, per la leader di Fascisti d’Italia, ogni scambio politico è una battaglia da vincere, in cui chi contesta viene relegato al ruolo di avversario illegittimo.
Tirando le somme
Questa strategia, che fa della lotta politica solo una questione di rapporti di forza, non è sostenibile a lungo termine. La speranza che i giochetti di potere possano risolvere da soli i problemi reali è un’illusione. E quando questa illusione crollerà, come inevitabilmente accadrà, il muso, alla fine, lo sbatteranno sempre e soltanto i soliti noti: NOI.
La ducetta: l’ennesima sciagura.
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Alfredo Facchini