“Restare coraggiosi”

DI FABIO SALAMIDA

REDAZIONE

 

Volete sapere lo slogan del partito del signor presidente Giorgia per il tesseramento 2025?
Vi giuro che non è una battuta.

Lo slogan è “RESTARE CORAGGIOSI”.

– Il partito di una premier che diserta il Parlamento quando le si chiede di spiegare il motivo della liberazione (e il rimpatrio su un volo di Stato) di un assassino, torturatore e stupratore di bambini, si definisce “coraggioso”.
– Il partito che non fa chiarezza sulla gravissima operazione di spionaggio ai danni di attivisti e giornalisti sgraditi al governo e alla presidente del Consiglio, si definisce “coraggioso”.
– Il partito che dopo aver ringhiato per anni si inchina alle banche rimangiandosi la tassa sugli extraprofitti, si definisce “coraggioso”.
– Il partito che nelle sue chat interne definisce il principale alleato e vicepremier “ministro bimbominkia”, “cialtrone”, “disadattato”, “poveretto”, “incapace”, si definisce “coraggioso”.
– Il partito che manda in televisione una condannata in via definitiva che a un certo punto si mette ad abbaiare, si definisce “coraggioso”.
– Il partito che non riesce a far dimettere una ministra rinviata a giudizio e accusata di truffa aggravata allo stesso Stato che dovrebbe rappresentare, si definisce “coraggioso”.
– Il partito che doveva mettere il “blocco navale”, doveva arrivare inseguire i trafficanti di esseri umani per tutto il “globo terracqueo”, doveva farci avere mille euro con un click, eccetera, eccetera, si definisce “coraggioso”.
– Il partito che aveva messo Alain Sangiuliano a fare il ministro della Cultura, si definisce “coraggioso” (oddio, qui un po’ di coraggio ci vuole…).

In realtà però

In verità il coraggio lo hanno ostentato contro i più deboli: contro i giovani che manifestano e contro pochi fortunati migranti che prima o poi sperano di poter deportare in Albania.
Lo slogan giusto per la campagna tesseramento 2025 sarebbe “RESTARE PAVIDI”, ma a quel punto molti dei dei loro elettori andrebbero in stato confusionale perché non sanno cosa vuol dire “pavidi”.
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Fabio Salamida