Indecente

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

Il governo Meloni sceglie il ruolo di “suddito” 

Altro che sovranisti.
79 Paesi di diversi continenti hanno sottoscritto un documento a difesa della Corte Penale Internazionale, il cui Statuto è stato scritto a Roma, finita in queste ore nel mirino del golpista della Casa Nera.
Chi manca all’appello? Ovviamente il governo della ducetta. Tajani, fa di più: “Bisognerebbe indagare la Corte Penale Internazionale”.
Già nel 2020, Trump aveva sanzionato la procuratrice capo della CPI, Fatou Bensouda, e il suo vice per un’indagine sui crimini in Afghanistan. Oggi, un nuovo ordine esecutivo ha colpito i funzionari della CPI, accusata di azioni «illegittime» contro gli Stati Uniti e Israele. Le misure prevedono il divieto di ingresso negli USA per gli investigatori della Corte e i loro familiari, oltre al congelamento dei beni nel Paese.
Possiamo affermarlo: come Tajani non c’è nessuno, quando c’è di mezzo il trust sociopatico più pericoloso del pianeta Terra: Trump & Netanyahu.
Si libera all’istante del suo abituale aplomb, lasciandosi andare a un servilismo ostentato e senza riserve.
<<Se Netanyahu venisse in Italia, noi non lo arresteremo>>.
I terroristi di Tel Aviv avevano già ammazzato oltre 6 mila palestinesi a Gaza e lui serafico: <<Mi pare che in Israele fino ad oggi sia prevalso il buon senso. Finora hanno colpito solo i centri di Hamas>>.
Piange: <<Cordoglio per la morte capitano Idf con passaporto italiano>>.
Spagna, Irlanda e Norvegia annunciano che riconosceranno formalmente lo Stato di Palestina, aggiungendosi così ai 142 Paesi al mondo che già hanno compiuto questo passo e lui: <<L’Italia riconoscerà la Palestina quando questa riconoscerà Israele>>.

Il “migliore dei peggiori”

E pensare che a detta di molti Tajani è il migliore dei peggiori. Io lo ricordo monarchico convinto in gioventù, praticamente nato vecchio o mai giovane. Fate voi. E poi subito dopo cronista parlamentare in quota Dc, al punto che un giorno in Transatlantico riceve due ceffoni dal fascistone Alfredo Pazzaglia per avere scritto un articolo dal sapore troppo democristiano.
Viene promosso conduttore del GR1 Rai. Passa alla carta stampata come responsabile della redazione romana del quotidiano “Il Giornale” diretto da Indro Montanelli. Sarà un suo fedele scudiero per dieci anni di fila. Poi trova un altro padrone per cui scodinzolare: il Berlusca. Gli fa da portavoce. Dopodiché deputato, consigliere comunale, fino ad essere eletto nel gennaio 2017, Presidente del Parlamento europeo. Ora i suoi lo spacciano per il volto prudente di Forza Italia. Nasce nel 1953 a Roma e cresce nel quartiere Parioli. Ma non ha la erre moscia. In terza media prende la tessera del Partito monarchico. Si iscrive al liceo Tasso. Ma dura poco. Butta male. All’uscita di scuola viene malmenato – così raccontano – da quattro operai scesi da una macchina. Cambia scuola.
Il suo è un amore mai rinnegato per la Corona sabauda. Si è sempre schierato per l’abolizione della disposizione che vietava il rientro in Italia agli eredi. Non mancano neanche le scivolate su Mussolini come quella volta ai microfoni della Zanzara su Radio 24: <<Da un punto di vista di fatti concreti realizzati non si può dire che non abbia realizzato nulla>>. Due gradini insomma sotto Benito La Russa.
E c’è chi giura che il suo sogno proibito sia il Quirinale. Siamo messi così.
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Alfredo Facchini