Sfiducia contro Daniela Santanchè, la destra diserta l’aula

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

L’opposizione in aula per la sfiducia contro Daniela Santanché

La discussione è stata disertata dalla destra in aula. Presenti solo una decina di deputati di FdI, assenti lega e Forza Italia. Le defezioni testimoniano che gli alleati del partito di maggioranza sono totalmente disinteressati alla questione. Se il dato non è rassicurante per i cittadini perché indica che il profilo etico/morale dei politici è l’ultima tra le questioni importanti per gli eletti, non lo è neanche per la Santanché perché pare che pochi siano effettivamente interessati al suo destino gramo.

Il garantismo esasperato, e interessato…

Fin ora la classe dirigente, garantista perfino di mostri libici, ha ripetuto agli italiani che sostiene di rappresentare ( con tanti occhi di riguardo a disonesti e zero agli onesti) un teorema: il modello imprenditoriale della Danielona, basato su falsificazioni, fallimenti e mancati pagamenti non è degno di attenzione. Altrettanto nessuno sdegno verso colei che durante il mandato da parlamentare, si elevava a moralizzatrice dei percettori di RdC mentre trafugava milioni dalle casse dello Stato… Aiuto!
Diciamo pure che parteggiare per la ministra è particolarmente arduo, il profilo della Santanché è talmente basso che pensare di difenderla è un insulto all’intelligenza dei cretini. Ergo il governo considera gli italiani imbecilli. Capisco che per questioni di protocollo la maggioranza non possa scagliarsi contro una bugiarda seriale la cui arroganza è rivoltante. Ma ciò che conta è lo spessore politico della Santanché, per esser clementi, di basso profilo, di scarsa rilevanza. Perciò tutelare la Santanché attaccata obtorto collo perfino dai colleghi a che serve nell’economia del governo?

Un moto di dignità?

Nonostante tutto anche dalla Meloni sarebbe auspicabile un moto di dignità dopo la figura di palta sulla questione Almasri. Per non parlare poi dei servizi che spiano giornalisti con l’uso illecito di programmi israeliani. Fatti gravissimi di cui il governo non saprebbe nulla. E sapete, il continuo trattare i cittadini da deficienti non fa onore alla Dx meloniana; ciò indipendentemente da questioni di consenso, a cui dare il beneficio del dubbio per compassione poiché vantato da supporters che escono triturati da qualsiasi confronto politico serio.

Ma c’è attrito nella maggioranza

Che in maggioranza però sia in atto uno scontro tra Meloni e Salvini è testimoniato dalle parole del ministro leghista. Il segretario del Carroccio a margine di un sopralluogo a Milano ha dichiarato che “non vede motivo per cui una persona debba dimettersi per un avviso di garanzia o rinvio a giudizio” ma ha precisato che “il suo partito voterà a favore della sfiducia, ritenendo che Santanché non dovrebbe essere stata nominata ministra.” Prendere seriamente le parole di Salvini, un po’ come quelle di Renzi dopo l’esito del Referendum sulla sua riforma costituzionale, è un esercizio quasi del tutto inutile. Resta il fatto che la dichiarazione pubblica di Salvini suona come un ceffone alla premier. Essenzialmente Salvini chiede alla Meloni se fosse completamente lucida quando ha proposto la Santanché a Mattarella, e sapete che c’è? Salvini stavolta ha ragione: se il capo dello Stato generalmente avalla la squadra di governo del futuro presidente del consiglio, per certo la Meloni non sapeva quel che faceva.

Ergo

Tra tutti i ministri patacca proposti la Santanché è quella più ossidata, come l’olio esausto va buttata via.
.
Gioacchino Musumeci