Niente Nato per l’Ucraina dice Trump: America “Maha”

DI ENNIO REMONDINO

 

Ennio Remondino da REMOCONTRO –

L’Ucraina nella Nato non realistico per l’accordo di pace con la Russia. Il nuovo capo del Pentagono Pete Hegseth alla riunione sull’Ucraina, spiega le nuove regole. «Siamo ad un momento critico della guerra, il conflitto deve finire. Ucraina sovrana e prospera, ma riportarla ai confini precedenti al 2014 è irrealistico». Mentre la politica estera di Trump trasforma il ‘Make America Great Again’, «MAGA», in «MAHA», acronimo di Make America Hated Again, «Rendiamo l’America di nuovo odiata».

Il Pentagono di Donald Trump

Niente Nato per Zelensky. Il nuovo capo del Pentagono Pete Hegseth alla riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina: «Non ci deve essere una Minsk 3 in Ucraina. Robuste garanzie di sicurezza devono essere date per far sì che non inizi ancora una guerra, ma devono essere assicurate da truppe europee e non europee e se ci sarà una missione di peacekeeping non deve essere una missione Nato e non ci deve essere la copertura dell’articolo 5». E niente truppe Usa.

Prima l’Indopacifico e l’Europa si arrangi

«Gli Usa avranno come priorità l’Indopacifico e l’Europa dovrà assumersi la responsabilità della difesa convenzionale» ha anticipato Trump, il nuovo capo del Pentagono Pete Hegseth. Gli Usa – ha aggiunto – «restano impegnati nella Nato e nella sicurezza dell’Europa ma non tollereranno più squilibri», ha aggiunto. Insomma, l’anticipazione prevedibile del «molti più soldi per averci come forze armate di difesa continentale», più volte anticipata dal presidente.

“L’obiettivo di spesa per la difesa della Nato deve essere ‘sopra il 3%’, insegue il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte a cercare di battere in zelo americano il predecessore Stoltenberg.”

Versione baltica della Nato mercenaria

«Nel 2024 gli alleati Nato in Europa e Canada hanno investito 485 miliardi di dollari nella difesa, aumento di quasi il 20% rispetto al 2023, con ben due terzi degli Alleati che spendono almeno il 2% del loro Pil in difesa. Mi aspetto che ancora più alleati raggiungano e in molti casi superino l’obiettivo nel 2025». Lo dichiara Rutte, non Trump, alla presenza del nuovo segretario alla Difesa americano al suo primo viaggio al quartier generale dell’Alleanza, sostenendo che «se la Nato si ferma all’obiettivo del 2% tra cinque anni non potrà difendersi». E l’articolo 5 dell’Alleanza atlantica -reciproco soccorso-, te lo scordi, il non detto.

Mosca-Washington mistero

Intanto, iI Cremlino non ha né confermato né smentito un presunto incontro tra il presidente russo Putin e l’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ieri era a Mosca per riaccompagnare in patria il cittadino americano Mark Fogel. «Non ho informazioni su questo argomento per voi», ha detto il portavoce. ,Dmitry Peskov ha comunque sottolineato che Mosca rifiuta uno scambio di territori con l’Ucraina, ipotesi evocata ieri da Zelensky al Guardian come possibile base per le trattative. Peskov ha affermato che le unità militari ucraine attualmente ancora presenti nella regione russa di Kursk «saranno presto espulse dal territorio».

Da MAGA, America di nuovo grande, a MAHA,  Make America Hated Again (l’America di nuovo odiata)

A poco più di due settimane dal suo insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump sembra essere già riuscito nell’impresa di rendere gli Stati Uniti invisi a quasi tutto il mondo. L’arroganza costante e la pretesa di dettare regole e ricette a tutti rischia però di trasformare il tanto propagandato piano ‘Make America Great Again ‘(MAGA) da America nuovamente grande in MAHA, America Hated Again (America di nuovo odiata), rileva Analisi Difesa.

“All’Europa Trump minaccia dazi se non compra armi e gas dagli USA e se non spende per la Difesa il 5 per cento del PIL, cioè ben di più di quanto spendono gli stessi Stati Uniti (3,3%). Una cifra non ragionevole.”

“Quello che voglio me lo prendo”

Il presidente americano rivendica senza mezzi termini e senza escludere l’uso della forza il controllo sulla Groenlandia, dipendenza con larga autonomia dal regno di Danimarca ma «fondamentale per la sicurezza nazionale statunitense». Con il vice Vance che prova ad imitare il capo accusando la Danimarca «che con la Groenlandia, non sta facendo il suo lavoro e non è un buon alleato».

Tutto l’armamento danese a Kiev

Dopo aver ceduto gran parte delle sue munizioni e dei velivoli F-16 e tutta l’artiglieria all’Ucraina, la Danimarca improvvisamente non è più un buon alleato degli USA perché non è disposta a cedergli la Groenlandia? Nell’ottica di dettare all’Europa regole, obblighi e indirizzi, Trump ha affidato a Elon Musk persino l’organizzazione dei movimenti politici sovranisti europei con il programma Make Europe Great Again (MEGA).

Europa mai grande se troppo obbediente

A parte l’ovvia considerazione che l’Europa non diventerà mai ‘grande’ finché seguirà i diktat di tutti i presidenti che si alternano alla Casa Bianca, occorre chiedersi quale sovranismo europeo potrà mai emergere se viene guidato dal sovranismo statunitense. Un sovranismo senza sovranità?, si chiede l’analista. E poi non esiste un sovranismo europeo ma diversi sovranismi nelle differenti nazioni europee con obiettivi e punti di convergenza comuni.

Disastrosa politica estera

Secondo un attento osservatore statunitense di politica internazionale come il conservatore Daniel Pipes «la minaccia più ampia di Trump di imporre tariffe doganali indiscriminate, avrà conseguenze disastrose in politica estera. Gli alleati più stretti degli Stati Uniti prenderanno le distanze e i partner commerciali fuggiranno verso altri mercati». Per non parlare dell’assurdità Mediorientale, la sfida alla Cina e le stesse minacce di dazi a Mosca dopo 10 anni di inutili sanzioni.

Ancora la pulizia etnica palestinese

In Medio Oriente il presidente americano ha bruciato il credito che aveva incassato imponendo a Israele l’accordo per la liberazione degli ostaggi e il ritiro da Gaza, proponendo la deportazione degli abitanti della Striscia da porre sotto il controllo degli Stati Uniti. In una conferenza stampa con Netanyahu, il presidente ha affermato che «i palestinesi devono lasciare la città e andare in altri paesi. Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la riviera del Medio Oriente». Sparate senza senso.

Marines e contractors a Gaza

«In attesa di vedere marines o contractors statunitensi strappare il controllo delle rovine di Gaza ai miliziani di Hamas per farci un gigantesco resort turistico con alberghi, luna park e casinò, magari da inglobare negli USA, la ‘soluzione immobiliarista’ di Trump alla crisi in Medio Oriente ha incassato l’ira di tutti», commenta Pipes che non risparmia un monito alla Casa Bianca.

«Guai a un Paese il cui leader adotta una politica estera disinvolta, senza un’attenta considerazione dei fattori. Minacciare tutti, indistintamente, di danni economici indebolirà la posizione dell’America nel mondo. Gli americani e i loro alleati perderanno molto se Trump si ostinerà a minacciare di imporre dazi come pilastro della politica estera degli Stati Uniti».

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Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di

12 Febbraio 2025