La malattia di Papa Francesco…

DI LEONARDO CECCHI

LEONARDO CECCHI

 

Da agnostico, per me rimarrà sempre un triste e al tempo stesso ripugnante mistero il fatto che ci siano così tanti sedicenti cristiani (ma in generale anche tante persone) pronti ad augurare la morte a qualcuno. A gioire, genuinamente, di una sofferenza, di una malattia, di un brutto momento.
Di come facciano, questi individui, a non provare una forte dissonanza cognitiva quando sbavano all’idea di un trapasso e poi la domenica vanno a genuflettersi in chiesa.
Che in queste ore tale oscena contraddizione prenda la forma di un’ondata di odio verso il Papa, attualmente ricoverato per polmonite bilaterale, è solo un’aggravante, visto che teoricamente suddetta figura dovrebbe rappresentare Dio in terra. Ma lo stesso varrebbe, e vale, per chiunque altro. Poiché l’ultima volta che ho controllato tra i pilastri del cristianesimo non c’era odia il prossimo tuo e auguragli ogni sofferenza.
Non avete quindi capito nulla del Vangelo, temo.
Ma credo lo sappiate bene, dentro di voi. E credo anche che quel vostro genuflettervi in chiesa sia solo un grottesco e ridicolo modo per nascondere chi e cosa siete realmente: individui piccolissimi. Miserabili dal punto di vista peggiore: quello umano. Perché solo un miserabile gioisce del dolore altrui.
A prescindere, ma – perdonatemi – forse un po’ di più quando tale odio viene sprigionato su chi porta la “colpa” di mostrare empatia e umanità nei confronti degli ultimi.
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Leonardo Cecchi