Massimalismo

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Nessuno ne è esente, basta toccare l’argomento giusto e anche i più colti e misurati tra noi si trasformano in bufali infuriati che travolgono ogni argomentazione, che vedono solo in bianco e nero, che incornano un muro o una tenda con la stessa violenza.
Per certi versi la considero una cosa apprezzabile. Non voler sentir ragioni sugli argomenti che più stanno a cuore è segno di quella umana passione che l’eccesso di informazione sta via via appiattendo, purtroppo però il massimalismo è padre di tutti gli assiomi più primitivi e sconclusionati che impediscono qualsiasi ragionamento.
Critichi l’auto elettrica? Sei un pericoloso inquinatore. Sbirci in una scollatura? Maniaco e stalker. Non ti piace il rap? Dinosauro e boomer. Difendi la Palestina? Antisemita e così via… razzismo, animalismo, veganismo, ogni “ismo” è buono per scavare trincee e menare cornate.
L’assioma massimalista più popolare che ormai da tre anni si ripresenta quotidianamente è quello che definisce “putiniano” chiunque provi a ragionare sulle cause della guerra in Ucraina, a staccarsi anche di poco dalla visione primitiva del mostro sanguinario e aggressore. Porcavacca, ci avevo messo tre anni per abituarmici e rinunciare ad ogni confronto con chi mi definiva putiniano ed ecco che mi tocca ricominciare tutto da capo, adesso i bufali mi chiamano trumpiano e questa proprio non la mando giù.
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Mario Piazza