DI ALFREDO FACCHINI
Caso Delmastro: non si parla d’altro. L’ennesimo teatrino della politichetta da quattro soldi, mentre le questioni davvero serie in questo Paese allo sbando vengono ignorate o scompaiono.
Per esempio, ieri il Senato ha respinto la mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina, presentata dal Movimento 5 Stelle.
Il testo è stato bocciato con 80 voti contrari, provenienti dalla maggioranza, da Italia Viva e da Azione.
Mentre tre quarti della comunità internazionale – 146 Paesi su 193 membri dell’ONU, più la Città del Vaticano – riconoscono il diritto dei palestinesi ad esistere come Stato, l’Italia si distingue per il suo immobilismo complice. Nella Repubblica dei Meloni, guai a toccare Israele.
Intanto, Spagna, Norvegia e Irlanda hanno appena compiuto questo storico passo. E l’Italietta della ducetta? Immobile, avvinghiata a un atlantismo sempre più a trazione sionista. Sovrana a parole, servile nei fatti. Quando c’è da rivendicare una scelta di dignità e indipendenza sulla scena globale, non decide: aspetta ordini.
Un Paese che si racconta fiero e baluardo della sovranità, ma che, al momento di scrivere la storia, preferisce restare una nota a margine. Così, mentre altre nazioni osano, Roma calcola, temporeggia, in attesa di decisioni che vengono prese sempre altrove.
Tra le stanze di Washington, Bruxelles e Tel Aviv. Roma non decide, esegue.
Fedele alla sua tradizione: non scegliere, non rischiare, non contare.
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Alfredo Facchini