DI LEONARDO CECCHI
Un patriota vero, di sinistra o di destra, oggi alla convention dei trumpiani americani non sarebbe andato, dopo che Bannon, ex stratega di Trump, ha fatto il saluto nazista.
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I motivi sono 23.669. Ciascuno di essi è una donna, un uomo e purtroppo spesso anche un bambino che chi faceva quel saluto ha trucidato qui in Italia in due anni di occupazione. Italiani, connazionali, persone innocenti che hanno pagato con la vita.
Dietro quel saluto, ci sono loro.
Ma c’è anche un’Italia che, nell’idea dei nazisti, doveva perdere la propria autonomia, diventando un fantoccio della Germania. Prospettiva ben accolta dai fascisti che in cambio di poter spadroneggiare nel villaggio sotto casa si prestavano a far loro da lacchè e a indicare le porte da sfondare e le case da bruciare.
C’è l’idea di un popolo italiano di traditori e vigliacchi a cui al braccio, nei lager, si metteva la “I” per riconoscerli e farli vessare dai soldati.
Ci sono anni di tragedie e c’è una visione del mondo che nessun patriota, di sinistra o di destra, può anche solo lontanamente tollerare.
Per questo Meloni oggi non doveva andare.
Ma purtroppo viviamo in tempi in cui parole come “patria”, “onore” e tutto il resto vengono usate solo a fini elettorali. Restano vuote, fuori da quello schema. E oggi ne abbiamo avuto un’altra prova.
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Leonardo Cecchi