Tre anni di folle massacro russo-ucraino

DA REDAZIONE

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Da REMOCONTRO –

Tre anni di fallimentare strategia USA sull’Ucraina, una correzione rozza e prepotente da parte di Trump contro la gestione Biden, e l’Europa che stenta a comprendere alcune strategie globali che non possono consegnare la Russia anche europea nelle mani della Cina, e tenta rilanci politici sul fronte atlantico segnati da una leadership politica disomogenea, spesso pasticciona, e certamente confusa.

Ucraina guerra d’Europa?

Ucraina, tre anni di eserciti ma fu guerra molto prima. La svolta politica radicale negli Stati Uniti rispetto all’amministrazione Biden, con Washington pronta a riprendere relazioni con la Russia, ritenute necessarie o almeno utili a sbloccare altri scenari di crisi nel mondo, come l’Iran, la Cina, la Corea del Nord, e –malizia finale-, lasciare nei pasticci un’Europa politicamente ancora poco a destra e soprattutto onerosa concorrente commerciale da colpire presto a colpi di dazi e di Nato.

Bruxelles altri 3,5 miliardi a Kiev

Ursola von der Layen contro. «Posso annunciare che un nuovo pagamento di 3,5 miliardi di euro per l’Ucraina arriverà già a marzo. Presenterò un piano completo su come aumentare la nostra produzione di armi e le nostre capacità di difesa in Europa. Nessuno vuole più pace del popolo ucraino. Ma una pace giusta e duratura si ottiene solo con la forza». Molto di discutere in casa Ue visto che all’International Summit a Kiev c’erano solo alcuni dei leader europei. «Non è in gioco solo il destino dell’Ucraina. È il destino dell’Europa. La nostra prima priorità resta quindi quella di dare forza alla resistenza dell’Ucraina. Finora, la nostra Unione e gli Stati membri hanno sostenuto l’Ucraina con 134 miliardi di euro. È una cifra superiore a quella di chiunque altro», vanta von der Leyen.

Il mercante Trump

Ma Trump che parla di 300, 350 miliardi di dollari Usa non è d’accordo, e per lui l’aspetto economico sembra essere prevalente su qualsiasi scelta ideologica, con segnali precisi di Mosca di nuovo nel G8 e la progressiva abrogazione delle sanzioni statunitensi alla Russia, con l’Europa che invece le moltiplica. Washington che ha impedito che risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e del G-7, mentre oggi, terzo anniversario dall’inizio del conflitto, dall’Ue il 16° pacchetto di sanzioni alla Russia, salvo rotture interne (Ungheria contraria, Italia in equilibrio precario tra Trump e Nato).

“Pace giusta” mai esistita

Chi perde paga, spesso anche in termini territoriali. Sempre. Qualcuno ricorda che nel 1945 l’Italia ha perso Istria, Dalmazia, colonie africane e Isole del Dodecaneso. Mentre pochi tra i media italo-europei, nel lutto dei tre anni di massacro ancora in corso ricordano che gli anglo-americani impedirono a Kiev di accordarsi con Mosca dopo appena un mese di guerra perché il conflitto doveva continuare per logorare la Russia?

Massimo Nava tre anni prima

«Una sottile linea rossa divide la sfera dell’etica dalla geopolitica. Se si prova ad oltrepassarla si rischia il linciaggio mediatico. Ma ragionare aiuta, con la speranza che la Storia non continui a ripetersi. Napoleone era un brigante per Lev Tolstoj e un condottiero per Victor Hugo». Tre anni fa e prima ancora, da Maidan in poi a riflettere sulla strategia di allargamento della Nato e sulle ragioni che hanno spinto Mosca a dispiegare la forza militare. Sul Corriere citati gli interventi di Usa e Nato in Serbia, Libia, Irak, Afghanistan, non giustificano l’invasione di un Paese democratico, ma restano decisioni che hanno fatto a pezzi il diritto internazionale e provocato decine di migliaia di vittime, non messe sul conto di nessun tribunale.

Regole ed eccezioni “amiche”

Il separatismo del Donbas e l’annessione della Crimea hanno un precedente (e un altro pretesto) nel Kosovo. Gli accordi di Minsk non sono stati applicati, la conquista dell’autonomia e la riconquista della sovranità hanno provocato quattordicimila morti. Sono argomenti che ci dicono che la guerra, fino all’ultimo minuto, poteva essere evitata e che, dopo tanti lutti, si torna al punto di partenza: l’autonomia dei territori contesi, la neutralità dell’Ucraina come base di trattativa.

Sospetti e considerazione finale

«Piaccia o meno, il capolavoro geopolitico lo stanno portando a compimento gli Stati Uniti, dopo la figuraccia in Afghanistan e tentazioni isolazioniste. Washington ha rilanciato valori occidentali, ricompattato la Nato, spinto gli europei a spendere in armamenti (di cui gli Usa saranno i maggiori fornitori), aumentato esportazioni di gas e petrolio».

“«Occorre riflettere sulle possibilità di vittoria dell’Ucraina, al di là della sua eroica resistenza grazie anche alle forniture di armi da Europa e Stati Uniti. È un Paese devastato, percorso da fremiti nazionalisti, spopolato da milioni di profughi, probabilmente costretto a una sostanziale neutralità e all’amputazione dei territori contesi, nell’anticamera (ma fino a quando?) dell’Europa.”

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Articolo della Redazione di 

24 Febbraio 2025