C’è un aggredito e un aggressore, anzi due

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Sarebbe bello e facile se al disprezzo per gli aggressori Putin e Trump si potesse contrapporre l’apprezzamento per l’aggredito Zelensky ma sfortunatamente non è così.
In qualsiasi altro contesto nessuno si sognerebbe di eleggere a baluardo della democrazia e della libertà l’Ucraina e chi la rappresenta, altri paesi sono stati definiti “canaglia” per molto meno. Mettiamo in fila almeno le ragioni principali?
1. In Ucraina sono 11 i partiti di opposizione dichiarati fuorilegge i cui rappresentanti sono finiti in carcere.
2. Fuorilegge anche la Chiesa Russa Ortodossa ed esiliati i suoi prelati, dopo più di 1000 anni.
3. Un quinto della popolazione ucraina è di lingua russa. Ad essi è stato vietato di parlare in russo, di insegnarlo, di scrivere e leggere in russo.
4. Il battaglione Azov, dichiarato filonazista dal Congresso Americano nel 2018 e messo al pari di Isis e Ku Klux Klan, nel 2022 è entrato ufficialmente nelle forze armate ucraine.
5. L’Ucraina ha votato contro il riconoscimento dello Stato Palestinese e contro le risoluzioni dell’ONU che chiedevano sanzioni ad Israele per il genocidio dei Palestinesi.
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6. Il mandato presidenziale di Zelensky è scaduto a maggio del 2024, ma di elezioni nemmeno a parlarne.
Ecco, chi andrà in piazza il 15 marzo sostenga pure l’aggredito ma abbia almeno la decenza di non parlare di libertà e democrazia.
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Mario Piazza