“Piano ReArm” per Ucraina ma l’Europa rischia di rompersi

DI ENNIO REMONDINO

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Svelato il piano ‘ReArm Europe’ da 800 miliardi di euro utilizzando tutti i mezzi finanziari possibili per aiutare gli Stati Ue ad aumentare di corsa le capacità di difesa, come se una minaccia di guerra fosse alle porte. Misure di emergenza che esentino i Governi dalle rigide regole di spesa in deficit, 150 miliardi in prestiti per investimenti nella Difesa, e indebitarsi per più del al 3% del proprio PIL.

Ursula le spara grosse

Le cifre sono tonanti, come colpi di cannone. Le cariche al momento a salve. 800 miliardi di euro in quattro anni, tra prestiti per 150 miliardi e spese da rubacchiare tra le maglie del Patto di stabilità (un po’m meno scuole e ospedali) per i 650 che mancano. Ma come raccogliere queste somme (ipotetiche) e metterle a disposizione della difesa europea non è affatto chiaro, tra ipotesi di prestiti sulla base di debito comune (tutti d’accordo veramente?) e aumenti delle spese belliche per l’1,5% del Pil nazionale dei paesi Ue, spiega Andrea Valdambrini sul manifesto.

«Mobilitare le immense risorse dell’Europa a difesa della democrazia e ripristinare la deterrenza contro coloro che cercano di farci del male», declama Ursula von der Leyen. Ma siamo sicuri che i 27 abbiano chiari e condivisi «coloro che cercano di farci del male?»

Domani i 27 alla prova

Domani a Bruxelles Consiglio europeo straordinario tutto dedicato alla sicurezza europea e al sostegno all’Ucraina. E decidere assieme la necessità del maxi piano di riarmo. Ursula von Del Leyuen parla di «riconoscenza europea per il sostegno Usa e il ruolo svolto nella nostra sicurezza per decenni». Premessa per dire a tutti che è finita. Chiarita la non notizia, l’Europa deve rimanere la sola nemica armata di Mosca lasciando a Trump il vantaggio di fermare la guerra in Ucraina e di mercanteggiare con Putin? Un enorme problema ricco di risposte pericolose, senza bisogno di scemenze del tipo ‘Ucraina porcospino d’acciao’.

Potenza difensiva schierata come?

L’accelerazione di von der Leyen scatena infinite reazioni politiche. E tenti/troppi dicono cose diverse tra loro. Molto generici ‘pro’ («rafforzare la sicurezza europea») e gli arrabbiati ‘patrioti‘ della Lega, che accusato la Von tedesca, mentre altre destra europee si sparpagliano da Le Pen e Meloni, con forti rischi di crisi politiche nazionali. Di ‘follia bellicista’ parla un largo pezzo di politica europea, e domani a Bruxelles non sarà una giornata facile per la presidente von del Leyer e per i suoi commissari baltici esteri e difesa ancora post sovietici.

Procedura d’urgenza contro le opposizioni

Per i 150 miliardi di prestiti si è parlato di procedura d’urgenza, un articolo della legislazione Ue usato finora solo per la pandemia Covid. Il trucco? Il provvedimento potrebbe essere approvato dagli Stati con un voto a maggioranza e senza necessità dell’unanimità, mentre i successivi passaggi parlamentari sarebbero molto ridotti. Ma fonti parlamentari citate dall’agenzia Ansa riportano però la contrarietà del Parlamento per l’atteggiamento di Ursula, che vorrebbe portare al voto/veto sulla sua proposta già nella sessione plenaria a Strasburgo, la prossima settimana.

Soldi russi nelle Banche Ue da poter rubare?

Ma l’Europa ha anche un’arma segreta. Pericolosissima da usare. I circa 200 miliardi russi congelati in Europa, che potrebbero anch’essi servire per il riarmo provocando una giustificata reazione russa e sul cui utilizzo i paesi europei sono da tempo divisi. Ieri mattina il quotidiano britannico Financial Times aveva rivelato anche Francia e Germania Avevano ragionato sull’eventualità di una confisca, ma solo nel caso in cui Mosca dovesse violare un futuro accordo di pace in Ucraina. Una mossa rischiosa e legalmente delicata, extrema ratio delle garanzie di sicurezza per Kiev. Con o senza gli Usa.

Trump e le armi a Kiev

«Per tre mesi possiamo continuare con le scorte che abbiamo, spareremo meno, ma credo che le linee terranno, più o meno come oggi; poi…». Sabato Angieri in Ucraina tra la truppa. «Anche Budanov [il capo dei servizi segreti militari ucraini, il Gru, ndr] ha detto che senza gli Usa potete resistere fino all’estate», sollecita il cronista. «Sì, non è un segreto». Da metà febbraio al fronte l’aria è cambiata. Gli Usa non sono più il migliore amico. Incertezza e rabbia aggiunte alle difficoltà militari ed economiche. Ora tutti chiedono dell’Europa: cosa faremo, se potremo davvero di sostituire gli Usa, se manderemo soldati come dice la Gran Bretagna o più armi come promette Von der Leyen.

Blocco operativo di fatto

Non si sa ancora quante siano le armi bloccate da Trump, ma i decreti già firmati da Joe Biden erano di 3,85 miliardi di dollari. Armamenti in viaggio verso l’Ucraina su navi aerei e treni e che sono stati interrotti. Il premier polacco Tusk ha confermato che i vagoni in transito verso Leopoli nella notte si sono fermati. Lo stop voluto da Washington non si applica alle armi già presenti sul territorio ucraino. «Ho incaricato il ministro della difesa, i nostri capi dell’intelligence e i diplomatici di contattare le loro controparti negli Usa e ottenere informazioni ufficiali», ha dichiarato il presidente Zelensky.

“Ricucire con Trump in tutti i modi, dichiarandosi nuovamente pronto a firmare l’accordo sulle terre rare, ammettendo che la visita negli Usa «non è andata come doveva ed è ora di sistemare le cose», disponibile e pronto «a trovare un accordo di pace», blandendo il tycoon sui social network e ripetendo urbi et orbi di essere «grato all’America». Secondo Reuters si sarebbe raggiunta una nuova intesa per la firma dell’accordo sulle terre rare e mentre era atteso un annuncio già nel corso della notte che al momento non è arrivato.”

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Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di

5 Marzo 2025