DI ALFREDO FACCHINI
Ah, l’Europa è davvero alle prese con una minaccia senza precedenti: si chiama Ursula von der Leyen.
Un vero incubo per chi pensava che l’Unione Europea avesse solo il sapore di una torta senza zucchero. E invece no.
Dea della guerra
Ursula la Dea della Guerra, addetta al ramo intrattenimento del complesso militare industriale occidentale è pronta a saccheggiare altri 800 miliardi dagli Stati sociali per investirli nel riarmo.
L’Europa, dopo aver fallito nel costruire un’identità comune che non fosse solo una moneta e una burocrazia, rispolvera lo spettro della guerra come ultima illusione per nascondere il vuoto.
Non ha un collante ideologico, nessun grande progetto che scaldi i cuori o dia un senso di appartenenza.
Un Continente stanco
È un continente stanco, senza un’idea di sé, che cerca nella retorica bellica un escamotage per non essere travolta dai rancori e dalle paure delle cittadinanze disilluse o tradite.
C’è solo da sperare nella sua capacità unica di prendere decisioni su tutto e niente. L’UE sotto la sua guida si è trasformata in una macchina perfetta che, tra mille regolamenti su imballaggi o emissioni è riuscita a compiere l’impresa titanica di… non fare nulla di veramente concreto, ma con tanto stile. Ricordate: “Entro il 2030, dovremo essere completamente rinnovabili, e nel frattempo, non preoccupatevi, il budget ce lo riprenderemo da qualche altra parte.”
L’Europa nei secoli
L’Europa per secoli ha marciato su se stessa e oltre i propri confini, dispensando imperi, crociate, colonie, guerre e genocidi con la stessa perizia con cui ha prodotto enciclopedie e Costituzioni. Ha insegnato al mondo l’arte della diplomazia, ma anche quella dell’assedio. Ha elaborato il concetto di diritto, senza mai dimenticare la forza del cannone. Dopo ogni massacro ha giurato che sarebbe stata l’ultima volta. Ma la memoria corta l’hanno sempre ricondotta al medesimo abisso: guerre nuove, con nomi nuovi, ma logiche antiche. Oggi si veste di istituzioni e trattati, di dichiarazioni solenni e burocrazie complesse, eppure non resiste alla tentazione dell’acciaio e del fuoco. Parla di difesa, di deterrenza, di riarmo, ma la verità è che non può permettersi una guerra vera, perché sarebbe l’ultima. Non c’è più spazio per le lunghe campagne napoleoniche, per le trincee infinite, per le guerre lampo.
La guerra ai tempi della NATO
Ai tempi dell’articolo 5 (se colpisci 1 colpisci tutti) è atomica, totale. L’Europa può evocare la guerra, può armarsi fino ai denti, ma non potrà mai più combatterla senza condannare se stessa.
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Alfredo Facchini