Ursula Von der Leyen: dai vaccini alle armi

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Sulla bomberleyen (Ursula Von der Leyen) qualche domanda è obbligatoria

È quella personcina che firmò contratti capestro con le industrie farmaceutiche, per i vaccini, in occasione del COVID. Contratti che superano qualunque ipotesi di logica. Un vero affare per i produttori, una solenne fregatura per gli europei. Pagammo tutte le spese di ricerca, sia quelle possibili che quelle immaginabili per non tenere, poi, nessun diritto di trattativa sui prezzi che, come era prevedibile, ci vennero imposti e furono altissimi. I motivi di quegli accordi “a perdere” non ci furono mai svelati e rimasero “top secret” anche i verbali di riunione.

Dai vaccini alle armi

Da “vaccinoleyen” è diventata, senza sforzo apparente, “bomberleyen”. Insomma, senza girarci attorno, la tipa fa parte di quel mondo lì, quello che dei diritti sociali, del welfare, della “vita vera” delle persone se ne stracatafotte, mentre ha una grande affezione per i mega utili d’impresa. Prima di quelle farmaceutiche, poi di quelli della finanza, adesso di quelle che producono morte, guarda caso in mano a fondi come BlackRock. Il fatto che sia diventata la migliore amica di Meloni, e che prosegua sempre più amabilmente quella con tipi come Gentiloni, Guerini, Picierno e mezzo PD, peraltro quella parte che ha meno voti, non fa altro che confermare la suddetta teoria. Per gli armamenti va bene tutto, anche superare il famigerato “patto di stabilità”, il totem di Gentiloni che, invece, impedisce l’attuazione di politiche sociali e il miglioramento di un welfare a pezzi, sanità e scuola comprese.
Viene un sospetto. Non sarà che questo delirio, tanta folle passione per la guerra e per il riarmo, di fronte a minacce veramente poco probabili, sia dovuto sostanzialmente al fatto che le imprese pagano mentre il welfare no?
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Giancarlo Selmi