Giuseppe Conte a “Che tempo che fa”

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Giuseppe Conte a “Che tempo che fa”

Insomma, dopo anni di narrazioni belliciste, di Russia in ginocchio, di Putin morente, di chip delle lavatrici usati per i carri armati, di guerre ormai vinte, di poderose controffensive in realtà mai pervenute, giunge la verità, forse la trattativa, ci auguriamo la pace e l’Europa non ci sta. Non ci sta perché, evidentemente, affamata di guerra, non ci starà neppure fisicamente, perché umiliata da Trump.
Dovevano aspettarselo i nuovi “dottor Stranamore” europei, guidati da una delle peggiori iatture che a questa parte di mondo potevano capitare, quella Von der Layen che già aveva dato il peggio di sé (o forse il meglio per sé) con i vaccini e che, invece di cacciarla via con disonore, ce la ritroviamo lì, come una civetta malaugurante. Pronta a fare disastri. Come se non bastassero quelli che ha già cominciato a fare.
Potevano essere i promotori della pace, hanno preferito sabotarla ed essere i messaggeri della guerra, oggi frignano alla ricerca di una importanza mai avuta, burattini in mano a rimbambimen.
Lo diceva Giuseppe Conte e continua a dirlo, a ripetere la stessa cosa, a dispetto di chi gli rimprovera incoerenze mai esistite. Serra quella manifestazione doveva convocarla ad aprile del 2022, quando fu sabotato un accordo di pace. Non lo fece.
Fa bene Conte a non partecipare, non si mischia la birra con altro. A meno che Serra non dichiari e faccia anticipare quella manifestazione, da parole di verità e di pace, quella vera, non quella di chi la guerra vuole e parteciperà alla sua manifestazione.
A Fazio vanno i nostri auguri di proseguire sulla strada inaugurata con Conte. Ci aveva abituati a fiumi di bava e non domande, con Conte niente bava e un insolito furore.
A Conte il nostro sentito e meritato sostegno.
.
Giancarlo Selmi