DI ALFREDO FACCHINI
Serra, Scurati, dove diavolo siete finiti?
Israele ha appena tagliato elettricità e acqua a Gaza. Ah, già, i palestinesi non fanno curriculum.
È proprio vero: gli intellettuali italiani non si smentiscono mai. Quelli di oggi, poi, sono i più conformisti di sempre. Se c’è da fare il compitino, si mettono uno scolapasta in testa e si ergono ad araldi della guerra, fautori della resistenza fino all’ultimo ucraino.
I loro manifesti sono sempre identici, intrisi di un pathos da salotto che sa di cognac. È accaduto con l’Iraq, l’Afghanistan, la Serbia. Ben pasciuti decidono della vita e della morte altrui con la leggerezza di chi non pagherà mai il prezzo del proprio ardore bellico.
Si indignano, applaudono, teorizzano, sempre a debita distanza. Non conoscono il peso di una bara. Si scandalizzano se qualche “plebeo” osi chiedere: «Perché non imbracciate voi le armi? Perché non mandate al fronte i vostri figli e nipoti?».
Si dirà: questo è qualunquismo. No, no!
Perché il coraggio devono averlo solo gli ucraini, il dolore devono sopportarlo solo le loro madri?
Preferiscono il riflettore della Gruber alla voce della coscienza, il titolo su La Repubblica alla verità. Organizzano perfino manifestazioni con majorette che sventolano bandierine blu, trasformando le tragedie in parate di conformismo.
E il mondo, intanto, continua a bruciare.
Ma nessuno li vedrà mai tra le fiamme.
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Alfredo Facchini