Tra Gaza e Cisgiordania la ferocia anti palestinese

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REM dalla redazione di REMOCONTRO –

Il blocco degli aiuti da parte di Israele dieci giorni fa e il più recente taglio dell’elettricità aggravano una situazione già infernale. Secondo l’Unicef solo il 10% della popolazione ha accesso all’acqua potabile: l’assenza di corrente impedisce di far funzionare gli impianti di desalinizzazione. E aumenta il numero di forni costretti a chiudere per la mancanza di gas. E nessuno in occidente grida contro l’uso della fame e della sete come arma. Poi l’Intelligenza artificiale usata dall’‘Unità 8200’, squadra di cyber guerra, per spiare e arrestare 

Assedio totale di Israele: a Gaza chiudono i fornai

Sterminio a piccole dosi, crudeltà dopo crudeltà. Disumanità e politica criminale. Assedio totale di Israele e a Gaza chiudono i fornai, segnala il manifesto tra i pochi organi di informazione su carta ad occuparsene. La farina che non arriva, l’acqua potabile che è un privilegio per pochissimi, e il gas chiuso che spegne i forni. A Gaza, per i palestinesi, vietato campare. Tornano le crudeltà medioevali della fame e della sete 3e sconvolge il silenzio che circonda tanta disumanità. Quello italiano compreso.

Offensiva senza l’esclusiva militare che continua

Un’offensiva che assume forme diverse altrove. In Cisgiordania è una campagna militare durissima che da 50 giorni soffoca le città settentrionali. A Jenin ieri altri tre uccisi, due giovani palestinesi e una donna di 58 anni, vittime che portano a 54 il bilancio totale da metà gennaio. Nelle stesse ore, a sud della Cisgiordania, ad agire erano i coloni -i predoni autorizzati nel far west dei territori occupati-, in una violenta escalation che sta colpendo ancora più di prima le comunità di Masafer Yatta. Diversi i palestinesi feriti, colpiti da pietre. Il bilancio degli uccisi continua a salire anche a Gaza, 48.503 accertati dal 7 ottobre 2023: oltre a 32 corpi recuperati dalle macerie, quattro palestinesi sono stati uccisi da un drone israeliano sul corridoio Netzarim e una donna a Rafah.

Anche la cultura palestinese bersaglio

A un mese esatto dal precedente raid, ieri le forze israeliane hanno fatto irruzione nella libreria palestinese Educational Bookshop di Gerusalemme est, danneggiato gli interni, confiscato libri, chiuso (senza ordine del tribunale) il negozio. E hanno portato via Imad Muna, uno dei proprietari. Lo stesso era accaduto all’altro proprietario Mahmoud, insieme al nipote Ahmed, il 10 febbraio. I due, dopo un giorno di detenzione, erano stati rilasciati anche grazie all’enorme mobilitazione popolare e diplomatica: l’Educational Bookshop è uno dei centri culturali più noti della città. L’attacco è considerato parte di una più generale offensiva contro la cultura palestinese, un modo per metterla sotto silenzio.

Fronte strettamente militare

Un’offensiva che assume forme diverse altrove. In Cisgiordania è una campagna militare durissima che da 50 giorni soffoca le città settentrionali. A Jenin ieri altri tre uccisi, due giovani palestinesi e una donna di 58 anni, vittime che portano a 54 il bilancio totale da metà gennaio. Nelle stesse ore, a sud della Cisgiordania, ad agire erano i coloni in una violenta escalation che sta colpendo ancora più di prima le comunità di Masafer Yatta. Diversi i palestinesi feriti, colpiti da pietre. Il bilancio degli uccisi continua a salire anche a Gaza, 48.503 accertati dal 7 ottobre 2023: oltre a 32 corpi recuperati dalle macerie, quattro palestinesi sono stati uccisi da un drone israeliano sul corridoio Netzarim e una donna a Rafah.

Guerra tradizionale in casa altrui

Le Forze israeliane hanno attaccato siti in Siria e Libano. Attacchi aerei in Siria e Libano l’11 marzo. In Siria, secondo fonti locali, sono stati colpiti decine di obiettivi in ​​quattro zone diverse. Tra questi rientravano radar, sistemi di rilevamento, centri di comando e siti militari in cui erano immagazzinate armi e attrezzature. In Libano, due militaridi Hezbollah sono stati uccisi in attacchi mirati. Gli attacchi in Libano rientrano -dice Tel Avviv-, nell’attuale sforzo di Israele per impedire a Hezbollah di ricostruire le sue capacità militari. Il capo della difesa aerea dell’unità Bader di Hezbollah è stato ucciso ieri 11 marzo. Gli attacchi in Siria mirano a impedire alle forze di sicurezza siriane di mettere piede nel sud e ad eliminare le armi che potrebbero minacciare le operazioni delle IDF nella regione.

Le manette «intelligenti»

Israele sbirro repressivo vanta: «Ho strumenti per sapere cosa sta facendo ogni palestinese in Cisgiordania. Quando hai tutti questi dati, puoi dirigerli verso qualsiasi scopo tu voglia. L’esercito israeliano sta sviluppando un nuovo strumento d’intelligenza artificiale, allenandolo su milioni di conversazioni in arabo ottenute dalla sorveglianza dei palestinesi nei Territori occupati, rivela un’inchiesta congiunta di ‘+972mag’, Guardian e Local Call. Lo strumento creato sotto la direzione della ‘Unità 8200’, squadra di cyber guerra d’elite del Direttorato d’intelligenza militare israeliano, è capace di analizzare informazioni e generare, tradurre, predire e riassumere testi. I dispositivi sono allenati tramite informazioni su internet, e nutrito da materiale d’intelligence collezionato sulla vita quotidiana dei palestinesi che vivono sotto occupazione.

“L’esistenza del programma dell’Unità 8200 è stata confermata a +972, Local Call e al Guardian da tre fonti nella sicurezza israeliana a conoscenza del suo sviluppo. Il modello era ancora sotto addestramento nella seconda parte dello scorso anno e non è chiaro se sia stato già usato o come esattamente verrà utilizzato dall’esercito.”

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Articolo a firma REM dalla redazione di

12 Marzo 2025