DI MARIO IMBIMBO
Siamo alla follia.
Stanno sfasciando l’ultimo baluardo vero del merito in Italia: i concorsi.
E per assurdo lo faranno con un DDL che si chiama proprio DDL merito.
Il Disegno di legge sarà a breve presentato in Parlamento dal Ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo e, sostanzialmente, legittimerà le raccomandazioni. Ed lo stesso ministro a dirlo.
La riforma infatti prevede che si potrà diventare dirigenti della pubblica amministrazione anche senza passare per il concorso, ma con una procedura di selezione basata sui risultati ottenuti sul lavoro e sulla verifica sul campo delle attitudini manageriali. Queste almeno le chiacchiere per infiocchettare un po’ lo schifo indecente che vogliono approvare.
Ma sulla riforma è lo stesso ministro Zangrillo a fare chiarezza sostenendo di voler “introdurre un sistema che dia la possibilità al dirigente di proporre un proprio collaboratore per qualifiche dirigenziali”. Un collaboratore fatto dirigente? Ma avete capito? Il dirigente che fa dirigente il suo collaboratore, ovvero l’amico di turno.
Un modo volgare per introdurre sostanzialmente nella pubblica amministrazione raccomandazioni politiche e criteri privatistici della gestione aziendale.
Ma ci rendiamo conto? Ma ci rendiamo conto?
La misura è colma. Colma. Basta. Togliete le vostre avide mani dai concorsi pubblici e andate a studiare piuttosto che trovare amici che vi raccomandino.
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Mario Imbimbo