DI VIRGINIA CIARAVOLO
I fatti : Valentina Cappelli, è la mamma del bimbo morto mentre era in gravidanza nel 2010 a causa dell’incuria dei medici, ma che lo Stato risarcirà dopo lunghi dieci anni solo “a metà” non essendo stato riconosciuto il legame affettivo con il piccolo nascituro. Una storia crudele che non tiene conto del dolore della perdita di un bambino non nato, del legame che si instaura tra madre e bambino sin dalla scoperta della gravidanza, della relazione della diade coinvolta h 24 durante i nove mesi. La Corte di Appello di Firenze ha condannato l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese al risarcimento dei danni a genitori e nonni, ma solo per metà, ed il giudizio in Cassazione non ha riconosciuto la relazione affettiva concreta con il nascituro, condannando inoltre la famiglia alle spese legali. Il piccolo Lorenzo , il nome del neonato, e’ stato considerato figlio a metà perché mai nato.
Eppure, come da tempo accertato, la gravidanza non e’ fatto meramente fisico.
La moderna medicina con l’avallo della psicologia, sostiene che il bambino durante la sua vita prenatale non è affatto un essere passivo e la sua crescita psichica inizia già a partire dal concepimento.
Il bambino, sin dagli inizi, percepisce suoni ed emozioni.
Non hanno tenuto conto della relazione che si instaura tra madre e bambino nei lunghi nove mesi, cosi come non hanno probabilmente compreso che Lorenzo, il bimbo non nato, era stato costruito lungamente nell’illusione generativa della coppia e poi amato e fantasticato in quei lunghi nove mesi.