Politica vergognosa: femminicidi? Semplici seccature da ignorare

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

La classe dirigente è lo specchio del Paese

Paese culturalmente intossicato= politici tossici e non solo. “Violenza di genere, femminicidi, tutela delle vittime”: parole che riempiono le bocche di politici, opinionisti e istituzioni ogni volta che una donna viene brutalmente uccisa dal fidanzato, marito, spasimante o semplicemente da chi nemmeno la conosceva ma si è sentito dire “no”.
Di certo un argomento che non interessa la maggioranza, da sempre impegnata nel concepire praterie di impunità per colletti bianchi, è la violenza di genere.
Tra le chiacchiere inutili dei caproni rappresentanti del popolo, che va in puzza se si pronuncia “patriarcato”, ci sono quelle di nauseanti protocolli spolverati le troppe volte che una donna sia malmenata se va bene, o trucidata se va male, da uomini variamente disturbati il cui profilo desterebbe preoccupazione qualora fossimo capaci di individuarne i lati oscuri.

Difficile mettere al centro dell’attenzione un intero sistema educativo

Ma se questi lati risultano da postulati educativi anche i segnali di disturbo sono ignorati e diventa difficile mettere al centro dell’attenzione un intero sistema educativo, è come parlare male della mamma.
Perciò dopo il femminicidio difficilmente lo“ Scarrafone” comune è condannato “sinceramente” dall’opinione pubblica perché la forma mentis che la caratterizza, nonostante la pretesa di dichiararsi progrediti, è quella tossica per cui o si è brave ragazze, cioè classificabili in un ambito comportamentale a cui uomini e donne sono stati letteralmente addestrati e verso cui conservano atteggiamenti poco più che istintivi, oppure se capita qualcosa di male, “dopotutto, in fondo in fondo, forse forse, a voler essere davvero sinceri, bandito il politically correct, ipocrisie a parte,” resta il fatto che voi donne ve la siete anche un po’ cercata… Oppure sempre col massimo rispetto eh, i vostri atteggiamenti, in qualche modo, perché no, hanno suscitato nel maschio pulsioni irrefrenabili.

Insomma, gira e rigira

L’abbiamo capito, le violenze contro le donne sono un po’ colpa delle donne ma senza offesa per nessuna perché siamo tutti femministi o abbiamo perfino amiche femministe.
I nostri rappresentanti di governo non fanno eccezione in questo disastrato panorama di cultura del disagio. A tal punto che ieri mattina il Senato era quasi vuoto durante l’interrogazione del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, sulle iniziative del governo contro la violenza di genere.
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Il dato sconfortante è testimoniato nella foto dei banchi del senato vuoti mentre i Senatori Dem chiedono quali iniziative intenda intraprendere l’esecutivo sul tema della violenza contro le donne. Maggioranza completamente assente. Disgustato ho trovato conferma anche sul Fatto Quotidiano che in aula erano presenti soltanto i senatori interroganti Dem e il ministro obbligato a presenziare: “Aula del Senato quasi deserta durante un’interrogazione al viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, sulla violenza di genere. Come ha fatto notare anche il senatore dem Filippo Sensi sui social, a Palazzo Madama erano presenti soltanto gli interroganti del Pd.” The end.

Dunque scarso interesse politico

Se non nullo nonostante recenti casi di cronaca dimostrino che femminicidi e violenza contro le donne siano un fenomeno strutturale della società su cui intervenire rapidamente. Una piaga che pochi giorni fa ha visto due giovanissime ragazze morire a distanza di neanche ventiquattr’ore l’una dall’altra; uccise da due uomini che non potevano accettare la loro libertà.
Il parlamento sarebbe il luogo in cui sintetizzare norme concrete contro la violenza di genere ma quando si tratta di femminicidi si svuota come se le donne trucidate fossero una fastidiosa parentesi da gestire con comunicati stampa. Parole di cui sinceramente mi sono rotto i cog*ioni e basta.
Concludo con un osservazione: non mi aspetto che questo articolo venga letto e commentato, certamente non è su Travaglio, Di Battista e La Sette, questo parla di donne uccise e del fatto che non ce ne frega un accidente.
Congratulazioni.
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Gioacchino Musumeci