Per la prima volta nella storia l’acqua è stata quotata in borsa, quando si dice che l’acqua è come l’oro da oggi non è solo un proverbio: è la realtà.
Nel silenzio quasi assoluto dei media da pochi giorni l’acqua, bene prezioso e primario, è al centro di scambi economici. Le regole sono quelle della domanda e dell’offerta, il suo prezzo oscillerà a seconda della congiuntura dei diversi fattori economici.
Stando ormai così le cose l’acqua potrà essere oggetto di investimenti e, di speculazioni più o meno legali.
Il mondo finanziario si sta occupando d’acqua proprio ora che questo bene naturale sta diventando sempre più raro. La crescente rarità dell’acqua è confermata da decenni di studi che sottolineano come il pianeta stia perdendo la capacità di conservarla e immagazzinarla.
Esempio eclatante di questa situazione è lo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai perenni, che perenni non sono più. Questo porterà in pochi anni ad una vera e propria emergenza idrica planetaria con miliardi di persone che non avranno più accesso all’acqua.
L’eccessivo sfruttamento di questa risorsa contribuisce alla crisi del settore primario, dell’industria e del consumo umano, rendendo l’acqua, sulla carta un bene largamente disponibile vista la sua diffusione sul pianeta, un bene sempre più prezioso.
L’idea di quotare l’acqua in borsa è nata presso l’Economics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB) e vede il sostegno di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, FAO, Banca mondiale. Il progetto finanziario ha ottenuto anche il supporto dell’Unione Europea.
Da anni infatti, Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale spingono affinché gli Stati privatizzino le proprie risorse.
In passato ogni promessa di regolamentazione della materia, anche in campo alimentare, non è mai giunta a conclusione ma oggi la questione è stata rivalutata ed approvata.
Questo passaggio si spiega anche con il fatto che gli Stati siano sempre più fragili di fronte al mondo finanziario internazionale.
Per tanto è facile scommettere che questo settore sarà il business del futuro per gli speculatori. Questi ultimi possono già scommettere su neve, vento e pioggia attraverso contratti futures legati alle condizioni meteorologiche acquistati e venduti sul Chicago Mercantile Exchange. Il valore di mercato delle condizioni meteorologiche è cresciuto del 20% dal 2010 al 2011.
Il futuro si presenta grigio
Entro il 2035 sulla Terra ci saranno 3 miliardi di persone ‘stressate dall’acqua’; la scarsità d’acqua diventerà cronica, gli incendi saranno pervasivi, i monsoni saranno ancora più imprevedibili; gli scarichi di neve diminuiranno radicalmente a causa di inverni sempre più afosi, con tutto ciò che a livello climatico ne deriverà.
Le implicazioni di questa scelta potrebbero essere disastrose: dalla distruzione degli ecosistemi acquatici all’estinzione di innumerevoli specie, dal rischio di conflitti regionali e internazionali nella “guerra per l’acqua” (situazione che si stà già verificando per il Nilo) del ventunesimo secolo fino alla crisi di interi settori.