SIAMO LIBERI!

DI EMANUELA LOCCI

Siamo liberi! Questo il messaggio che un componente dell’equipaggio di uno dei pescherecci che da circa 100 giorni erano trattenuti in Libia, ha potuto inviare alla propria famiglia. L’incubo è finito.
Questo l’epilogo di una vicenda che ha tenuto tanti con il fiato sospeso per molte settimane. La situazione che riguardava i 18 membri di due pescherecci di Mazzara del Vallo sembrava ormai in una situazione di assoluto stallo e invece a sorpresa stamattina il primo ministro Giuseppe Conte e il Ministro degli Esteri Luigi di Maio sono volati a Bengasi per mettere la parola fine a questa dolorosa vicenda.
I 18 marittimi di Mazara erano caduti nelle mani delle milizie del Generale Haftar a settembre mentre si trovavano a circa 80 miglia dalla costa di Bengasi. Il loro fermo è parso da subito arbitrario in quanto non erano emersi comportamenti illeciti da parte degli equipaggi.
Il fatto che la cattura sia stata effettuata non dal governo di Tripoli di Serraj, che è quello riconosciuto dall’Italia, ma dalle milizie di Haftar, aveva fino a oggi complicato la trattativa per la liberazione.
Al netto della soluzione positiva rimane ora da valutare quale sia l’accordo che l’Italia ha fatto. Un altro risvolto riguarda gli attori libici: le parole di Michela Mercuri, docente universitaria, esperta sulla storia della Libia, in questo caso chiariscono lo scenario post liberazione.
Secondo la Mercuri quello che è accaduto ha indubbiamente rafforzato l’immagine di Haftar che è riuscito a far andare Conte e Di Maio a Bengasi, azione che lo ha in qualche modo legittimato.
Si deve quindi registrare la vittoria personale di Haftar, un successo che si aggiunge ad altri che il Generale ha inanellato nell’ultimo periodo. Primo tra tutti l’aver riattivato la produzione di petrolio. Sappiamo quanto sia importante per l’economia libica, già fortemente provata dalla guerra civile che ormai imperversa nel paese da anni. questa azione ha rafforzato la sua immagine all’interno del paese.
Per quanto riguarda invece il ruolo di potenze straniere nella questione della liberazione dei marittimi italiani è ancora presto per poter dare una risposta certa. Quasi certamente però la recente visita di Al Sisi a Parigi potrebbe suggerire anche una possibile intercessione da parte della Francia e dell’Egitto.
Dal punto di vista delle politiche strategiche internazionali sarà possibile fare un bilancio soltanto nei prossimi giorni. Intanto si attende il rientro a casa dei marittimi, che potranno finalmente riabbracciare le proprie famiglie dopo più di 100 giorni di prigionia.