DI VINCENZO G. PALIOTTI
E, dopo una notte a meditare, oggi finalmente a meno di un ulteriore rinvio Matteo Renzi annuncerà all’Italia le sue intenzioni, scoprirà le sue carte con un governo però pronto a rilanciare e non come spera costui, si parla di “responsabili” che potrebbero accorrere in aiuto dell’esecutivo lasciando con un palmo di naso il “bullo” di Rignano.
Una farsa questa, che deve avere una conclusione. Non si può continuare ad assistere ad un teatrino che blocca il paese che ha invece bisogno di agire senza perdere tempo dietro ai “capricci” di uno sconfitto che si arroga un potere che non ha, un potere che ormai rincorre con ogni mezzo. Una farsa cominciata in pompa magna, come suo stile, facendo apparire la sua partecipazione al governo come una sua “bonaria concessione”, pretendendo anche ringraziamenti, e non un dovere per non far precipitare il paese in una crisi che ci avrebbe messo completamente in ginocchio.
Ma già dai primi giorni si è capito che il Renzi avrebbe messo le sue condizioni, non fa mai niente per niente, ritagliandosi, nella sua presunzione, il ruolo di “tutore” del premier, perché questo si considera, dall’alto forse della sua esperienza fatta in quel ruolo, ignorando poi volutamente i disastri che ha combinato.
Le sue manfrine, le sue minacce hanno accompagnato questi pochi mesi nella compagine governativa confermando che il suo unico interesse è la poltrona, a differenza di quanto ipocritamente dice. Rendendo altresì chiaro che non ottenendo i risultati che si aspettava avrebbe tradito anche Conte, e non è una sorpresa lo ha nel suo DNA.
Tutto questo poi ha avuto una accelerazione poi non appena si è avuta la conferma che il Recovery Fund avrebbe ottenuto quanto si sperava ed allora alle minacce si è passati al pressing giornaliero fatto di continue critiche, attacchi al premier dando man forte alle opposizioni, con la “complicità” di una buona parte dei media che non perdono occasione per dar manforte sia a Renzi che alle opposizioni.
E’ bene quindi che si sciolga questo nodo una volta e per sempre ricacciando nella sua dimensione, ormai microscopica, un Renzi che oggi assomiglia tanto a Trump, che non si rassegna alle sue sconfitte con ogni mezzo per nutrire quell’enorme, spropositato ed ingiustificato ego che lo sostiene.
Ora basta, se vogliamo un futuro migliore, e lo vogliamo, dobbiamo cominciare a pretendere pulizia, a liberarci di chi fa politica con questi metodi, liberarci da chi mette davanti a tutto gli interessi personali e/o di bottega, liberarci da chi ci considera sudditi e non cittadini restaurando il principio che chi ricopre una carica pubblica, anche la più modesta è al servizio del cittadino e non il contrario.