COVID – COSA E’ CAMBIATO IN LOMBARDIA TRA LA PRIMA E LA SECONDA ONDATA

 

DI VINENZO G. PALIOTTI

Siamo alle solite, il governo dispone la zona rossa in Lombardia e Fontana contesta minacciando di appellarsi al TAR. C’è da chiedersi se fosse lui o un suo sosia che appena pochi giorni fa si diceva preoccupato per la situazione, testualmente: “Stiamo peggiorando in tutti i parametri, vicini a zona rossa” (Milanotoday 11 Gennaio 2021).

Chissà cosa sia accaduto per fargli cambiare idea in un arco temporale così breve, è facilmente immaginabile pensare che sia la solita politica di contestare tutto ciò che arriva dal Governo Centrale, che poi è l’atteggiamento, il modo di fare, che il presidente della regione Lombardia ha adottato da quando è iniziata la pandemia.

Non dice, volutamente, che le decisioni sul colore della regione le decide il governo ma di certo non per penalizzare qualcuno. Il Governo le decide in base ai dati che le regioni stesse comunicano al comitato di esperti che in conseguenza di questi determinano il grado di allerta. Se quindi contesta queste decisioni deve rivolgere la sua protesta a chi manda al governo i dati della Lombardia, dati per i quali si era appunto mostrato seriamente preoccupato.

Ma poi cosa hanno fatto di concreto, di utile per la Lombardia per evitare questa situazione non ce lo dicono, si limitano a lodarsi, ad incensarsi senza averne nessun motivo, visti i risultati. Eh si perché, sono stati a guardare a differenza di altre regioni che autonomamente hanno agito per il bene comune prendendo misure opportune mettendoci la faccia, magari anche sbagliando qualcosa, ma senza attendere, perdendo tempo, in attesa che decisioni venissero da altri, scaricando quindi eventuali responsabilità se queste non avessero dato soluzioni. E qui in Lombardia? In Lombardia non hanno volutamente deciso un bel niente per potere poi riversare eventuali conseguenze negative, che sono arrivate puntuali, sul Governo Conte. E non vi è una cosa fatta da questa amministrazione che non abbia messo in evidenza l’incapacità, spontanea o dolosa, di risolvere il benché minimo problema, della serie “solo chi non fa nulla non sbaglia”.

Qualche esempio? Chi doveva determinare la zona rossa all’inizio della pandemia? Naturalmente a loro dire il Governo, smentiti dal loro assessore Gallera che affermava: “Ho approfondito, c’è una legge che lo consente”. Aggiungendo :”Per il via libera si attese l’approvazione del governo”.(La Stampa 7 Aprile 2020).

E poi abbiamo già dimenticato le mascherine mai arrivate. I camici prima acquistati, con regolare fattura, per poi tentando di farli passare per donazioni, onde evitare complicazioni giudiziarie visto che l’acquisto aveva favorito un’azienda di famiglia del presidente Fontana. E i vaccini antiinfluenzali acquistati a un prezzo sei volte quello di mercato offerto alla regione ma rifiutato. E quanti cittadini hanno dovuto provvedere da soli ricorrendo alla sanità privata, quindi a pagamento, per ottenere la vaccinazione? E i decessi nelle RSA con in cima alla lista il Pio Albergo Trivulzio utilizzato come lazzaretto con conseguenze drammatiche. Il tira e molla apri tutto, poi chiudi tutto poi riapri, e poi richiudi. E la questione dei trasporti affollati ad ogni ora? Questione mai affrontata seriamente e mai risolta, però al solito soltanto enunciata aspettando che la soluzione arrivasse da altri.

C’è da chiedersi quindi cosa è cambiato in meglio dalla prima ondata, avendo assunto l’esperienza della prima? La risposta è facile: poco o niente. Eppure, quando Fontana fu interpellato in merito alla possibilità di una seconda ondata rispose: Siamo più organizzati e consapevoli dei nostri mezzi. Abbiamo un’esperienza e una coscienza maggiori perché sappiamo più di ogni altro in questo paese che cos’è il Covid. In ogni caso noi siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario per salvaguardare la salute dei cittadini”. Non mancando però di sparare a zero sul Governo, dichiarando: “Se il governo fosse capace di governare come lo è a creare la comunicazione, saremmo a buon punto” aggiungendo che le inchieste (Pio Albergo Trivulzio ndr) non lo spaventano. E poi ancora “La giunta è più solida di prima. Chiede più autonomia per funzionare meglio, e se il governo farà orecchie da mercante, aspetteremo che cambi governo per parlarne seriamente”. (Fonte Italia Oggi 22 Agosto 2020), più autonomia richiesta senza neppure utilizzare quella istituzionale.

Da tutto questo allora e in pratica si evince che niente è cambiato trovandoci quindi di fronte gli stessi problemi, la stessa identica emergenza, con le stesse risposte date ai cittadini lombardi, magnificando loro stessi, addossando ogni mancanza al governo. L’unico cambio: la sostituzione dell’assessore Gallera con Letizia Moratti, che ha subito provveduto a sposare la tesi del presidente Fontana con relativa contestazione della zona rossa prevista nei prossimi giorni per la regione Lombardia.

Anche questo è un motivo già conosciuto, anzi la colonna sonora lombarda della pandemia: “non è colpa nostra, chiedete al governo”.