DI PAOLO DI MIZIO
Joe Biden, che si insedierà domani alla Casa Bianca, ha annunciato interventi così rapidi e radicali da far dire a molti che in dieci giorni seppellirà quattro anni di Trump. Le prime mosse sono già in calendario, addirittura scadenzate con l’orologio alla mano.
Alle 12 in punto, ora della costa est, il neo eletto Presidente giurerà sulla Bibbia fedeltà agli Stati Uniti d’America, nell’ala ovest della Casa Bianca, mentre il riottoso inquilino uscente, Donald Trump, sguscerà via non visto: non ha mai riconosciuto la vittoria dell’avversario e non parteciperà alla cerimonia di insediamento. L’assenza è la prima nella storia americana. Al suo posto presenzierà il vice, Mike Pence, per il passaggio delle consegne.
Biden si è dato undici giorni di tempo per varare i primi 12 ordini esecutivi. con i quali, appunto, intende scardinare le basi stesse del trumpismo. Domani, pochi minuti dopo le ultime note dell’inno nazionale, Biden entrerà nello Studio ovale e sul tavolo troverà cinque dei dodici decreti urgenti, già pronti per essere firmati.
Le misure prevedono: il rientro degli Usa nell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, dal quale Trump era uscito con una mossa clamorosa all’inizio della sua amministrazione; forti limitazione agli sfratti esecutivi per aiutare le famiglie ridotte in miseria dalla pandemia; il rinnovo della moratoria per il rimborso dei debiti studenteschi (in America scuole e università costano cifre esorbitanti ed è normale che le famiglie sottoscrivano esosi prestiti con le banche); abolizione del cosiddetto “Muslim Ban”, ossia il divieto di ingresso negli Usa posto da Trump ai cittadini di diversi Paesi musulmani; e infine l’obbligo di indossare la mascherina su gran parte del territorio nazionale.
Ed è solo l’inizio. Il giorno seguente, 21 gennaio, sono previsti decreti non ancora noti nei dettagli: si sa soltanto che mirano a far fronte all’epidemia di Covid, al fine di riaprire al più presto le scuole e le attività produttive oggi ferme. Il terzo giorno, 22 gennaio, toccherà a un pacchetto di misure economiche “per dare sollievo alle famiglie in difficoltà”, come precisa una nota del suo staff. Queste iniziative si affiancheranno a una spesa di 1.900 miliardi di dollari che era stata pattuita tra democratici e repubblicani nelle scorse settimane, contro il parere di Trump che aveva cercato di porre ostacoli.
Infine, negli ultimi nove giorni di gennaio Biden varerà altri due provvedimenti che stanno alla politica trumpiana come il diavolo sta all’acqua santa. Il primo dei due ordini presidenziali “favorirà l’accesso al sistema sanitario delle donne a basso reddito e in particolare delle donne di colore”. Il secondo avvierà una procedura (udite! udite!) per la legalizzazione di undici milioni di migranti che oggi vivono in uno status illegale o incerto: sono quelli che Trump voleva deportare, sono le famiglie che The Donald aveva posto in un limbo, spesso separando i genitori dai figli con una delle misure più crudeli della sua intera presidenza. Il decreto di Biden ordinerà alle agenzie governative per il controllo delle frontiere di agevolare le riunificazioni famigliari, restituendo i bambini ai genitori dai quali erano stati separati nel corso delle retate di immigrati non in regola.
Insomma, per riassumere, la rivoluzione riguarderà ambiente, cooperazione internazionale, immigrazione, lotta alla pandemia, assistenza ai ceti medi e medio-bassi che Trump aveva penalizzato a favore dei tagli alle tasse delle Corporations e dei miliardari (tra i quali lui stesso).
Raramente, o forse mai, un cambio di presidenza aveva segnato un’inversione di marcia così immediata e profonda. Il dopo Trump comincia domani, ore 12 in punto sul fuso orario di Washington.