CRISI DI DEMOCRAZIA E CRISI DI GOVERNO

DI FABIO BALDASSARRI

Dopo avere sentito Salvini che per l’ennesima volta si permette di parlare a nome di sessanta milioni di italiani, ci è toccato anche sentire l’ing. De Benedetti mentre dice (in una puntata di “Otto e mezzo”) quelle che sono, secondo lui, le opinioni dell’Italia e di tutti noi.

Salvini e De Benedetti non sono i soli. Usano farlo politici, uomini della finanza, giornalisti e imprenditori che non di rado sono in stretto raccordo tra di loro. Gli Elkann e i Cairo (ma ci metto anche l’ultimo Berlusconi) mostrano invece l’aplomb di chi per il lavoro sporco può contare sugli altri.

Andrebbero formalmente diffidati, costoro, col consenso di milioni di cittadini-elettori. Non se ne può piú di gente che coarta, con i mezzi di cui noi semplici cittadini-elettori non possiamo di certo disporre, ciò che pensiamo liberamente e diversamente l’uno dall’altro.

Può darsi che non se ne rendano conto, ma mortificano quel che è dovuto in una democrazia: il rispetto, come minimo, per chi ti ascolta. Cerchino di capirlo gli sciocchi che non avvertono il senso di una crisi di governo provocata da Renzi, probabilmente su commissione, in un momento particolarmente delicato per il nostro Paese.