DI PIERLUIGI PENNATI
È il 3 agosto 2011 quando Martina Rossi, una ragazza di 20 anni, “cade” da un balcone di un hotel a Maiorca, senza indossare i pantaloni.
Oggi, dopo “soli” 9 anni e mezzo la cassazione deciderà se i processi precedenti sono stati celebrati correttamente, altrimenti tutto da rifare.
L’accusa è stupro di gruppo, riconosciuto in appello, o suicidio, stabilito in primo grado, e se si dovrà rifare tutto il reato cadrà in prescrizione ad agosto, trascorsi 10 anni esatti dalla morte.
Non so cosa sarà deciso, i giudici stanno dibattendo proprio mentre scrivo, ma 10 anni per un processo (l’udienza è stata anticipata per evitare la prescrizione) NON sono giustizia per nessuno, vittime ed imputati, e se sarà prescritta la ricerca della verità su di una morte “strana”, NON sarà ancora una giustizia per la vittima. gli imputati e la famiglia.
In ogni caso vittima, forse di uno stupro che vede due indagati e non vedrà mai colpevoli, forse di un suicidio senza pantaloni di cui non si saprà mai la ragione, sicuramente dell’ingiustizia.
Che la terra ti sia per quanto più possibile lieve.