SAVOIA, LE VOSTRE SCUSE NON CI SERVONO

DI CLAUDIO KHALED SER

Meglio tardi che mai?
Non c’é molta differenza, spesse volte il ritardo é una colpa che s’aggiunge all’altra.
Dopo oltre settant’anni il rampollo di casa Savoia, tra un sottaceto e un tango, sente il bisogno di scusarsi con la Comunità Ebraica sull’avallo delle famigerate Leggi Razziali, volute dal Predappino con tutte le conseguenze che la Storia ha scritto.

Ma francamente, delle scuse non sappiamo che farcene perché NON hanno nessun valore morale e non attenuano il crimine.

La Storia é piena di “scusatori” da Caino, dispiaciuto d’aver fracassato la testa ad Abele, a Giuda che per il rimorso ricorse alla corda intorno al collo.
L’Esercito dei Dispiaciuti ingrossa ogni giorno le sue fila.

Si dispiace l’Uomo che picchia la Donna, dopo averla insultata ed offesa ogni giorno.
“Non volevo farle del male” afferma affranto.
Come se un pugno in faccia possa far altro.

Chiede scusa il prete che nella presunta sacralità di una sagrestia, mette le mani addosso ad un bambino, violandone l’innocenza e rubandogli l’infanzia.
Poi si dispiace mentre é pronto a toccarne un altro.

Lo fa anche il mafioso che innesca la strage, che scioglie nell’acido un ragazzino, che brucia un negozio senza pizzo, che sotterra nel cemento un rivale, che spara ad un carabiniere solo perché la divisa lo rende servo dello Stato.

Andate a fanculo, Voi e le vostre scuse.
Tenetevele.

Cosi’ come Noi teniamo ferma la nostra condanna sul vostro crimine.
Cosi’ come Noi non perdoneremo mai.

Non siete coccodrilli le cui lacrime sono “naturali” dopo aver consumato il pasto.
Siete bestie e non animali.

E Noi non siamo ancora diventati Santi per concederVi misericordia.
Trovate un altro altare sul quale riversare il rimorso.
Il nostro é ancora pieno di dolore.

Non so cosa abbia spinto il rampollino della Degenere Famiglia a chiedere scusa e poco m’importa.
Fosse anche vero pentimento (cosa di cui dubito fortemente) non mi interessa.
Resta la colpa e la macchia.
Resta il nostro disprezzo.
Resta la vostra infamia.

Voi savoiardi, cosi’ come tutti i pentiti d’ogni genere e colpa, sarete solo e sempre degli infami.
Scrivetelo sullo stemma :
“Nos autem de genere nothi” (Siamo una famiglia di bastardi).

E poi continuate a sventolarla.