DI MARIO PIAZZA
C’è qualcosa di sinistramente emblematico nella caduta del governo Conte bis.
Un governo che nasce per un incidente fatto di mojito e cubiste sulla spiaggia di uno stabilimento balneare consacrato a Mussolini e vede come levatrici due teatranti in disarmo come Grillo e Renzi.
Contro ogni previsione da quella ridicola sala parto il governo esce e cresce sbattendo il muso di qua e di là, il ponte Morandi, Arcelors Mittal, Alitalia, i Decreti Sicurezza, le elezioni regionali e così via fino alla bomba del Covid 19.
Scoppia la sanità e scoppiano le guerricciole con le regioni mentre gli Italiani muoiono come mosche e lo spettro della povertà corre su e giù, dal Cervino all’Etna. Un anno intero a fronteggiare disastri imprevedibili con molti errori e qualche successo e, altrettanto imprevedibilmente, arrivano due salvagente che possono salvarci tutti: il mare di miliardi della vituperata Europa e un vaccino contro la pandemia realizzato a tempo di record.
Roba da far tremare le vene dei polsi a paesi molto più solidi del nostro eppure tra un salto e un inciampo siamo andati avanti con fatica e sacrifici per crollare davanti a cosa?
Mi sudano le dita mentre lo scrivo… Davanti alla relazione sulla Giustizia preparata da Fofò DJ, alias ministro Alfonso Bonafede.
E non è neppure la relazione nel suo insieme a far scoppiare tutto ma soltanto quella parte che riguarda la prescrizione dei reati, un dettaglio che interessa direttamente un centinaio di politici e i loro familiari più stretti e diverse migliaia di truffatori, mafiosi, bancarottieri, camorristi, evasori fiscali e ndranghetari.
Tanta gente certo, ma noi siamo sessanta milioni e questo sputo in faccia dopo tutto quello che abbiamo passato proprio non ce lo meritavamo.