VULCANO, LA METALLURGIA E IL GOVERNO DRAGHI

DI MASSIMO RIBAUDO

Dobbiamo decidere cosa vogliamo. Se vogliamo dei politici che conosciamo perchè gli ascoltiamo tutti i giorni nei talk show, cazzeggiano su twitter con slogan e proclami, e vanno in giro ad assaggiare salami alle fiere di paese, allora scegliamo i Renzi, le Meloni e i Salvini. Oppure dobbiamo capire, perchè è così nella nostra vita, che quando si studia, si lavora, si sta nella società come soggetti attivi e non come mera immagine, non si ha il tempo di apparire continuamente, si parla di meno perchè si ha il senso della complessità e poichè lavori non hai il tempo di passare la serate con gli amici giornalisti. Poi ti chiamano “tecnico”, anche se fai cose politiche come essere un banchiere centrale, un giudice costituzionale, un ragioniere dello Stato, o un rettore di Università. Certo, non sono volti da campagna elettorale, Giovannini o Franco, Cartabia e Bianchi. Non li voterebbe nessuno. Per spiegare mezza pagina del loro curriculum ci vuole mezz’ora. E mezz’ora di ascolto non la si concede manco a uno che sta per morire, di questi tempi. Voglio dire che dobbiamo scegliere tra i vari narcisi della politica e chi sa forgiare le armi, gli strumenti, della politica e dell’amministrazione. Nelle emergenze i manichini da campagna elettorale ci abbandonano, e arrivano questi avvocati e professori. Per il bene nostro? Non lo so. Per il funzionamento del sistema di riferimento, in ogni caso, col quale vive la maggioranza degli italiani. Potremo cambiare modello sistemico, ma in ogni caso sarà sempre necessario qualcuno che conosca la sala macchine. E questo qualcuno è Vulcano, non Giove o Venere. Il fabbro, non il chiaccherone o il vanesio. Pensiamoci, per le prossime elezioni. Due anni passano in fretta