DI GIUSEPPE PANNONE
Varianti del virus Sars-CoV-2 “sono state osservate in tutto il mondo fin dall’inizio della pandemia”. Alcune di esse possono dare al virus “caratteristiche come ad esempio un vantaggio selettivo rispetto alle altre attraverso una maggiore trasmissibilità, una maggiore patogenicità con forme più severe di malattia o la possibilità di aggirare l’immunità precedentemente acquisita da un individuo o per infezione naturale o per vaccinazione” (tratto dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità).
Non ci sono solo quella inglese o quella brasiliana, c’è una variante molto più pericolosa: l’imbecillità umana.
La “febbre del fine settimana” che ha portato migliaia e migliaia di persone in tutta Italia, di tutte le età e di qualunque ceto ad uscire in massa con assurdi assembramenti, è l’esempio di come il virus per diffondersi non debba fare altro che affidarsi al comportamento dell’essere umano, che, preso dalla frenesia dell’ultimo giorno, si trasforma nel vettore ideale per la proliferazione del virus, senza bisogno di particolari mutazioni.
Sono tra quelli (la stragrande maggioranza, a dire il vero), che ha osservato ed osserva con scrupolo ed attenzione le semplici norme di comportamento e prudenza; per questo sono particolarmente incaxxato, perché mi brucia mi indigna trovarmi nuovamente in zona rossa dopo aver rispettato le regole.
Ancor più lo sono perché molti di quei “soggetti” che tra venerdì ed oggi si sono riversati e si riverseranno in strada senza prudenza e senza ritegno, sono e saranno quelli che si sono lamentati e si lamenteranno di più per le limitazioni sanitarie decise dal Governo.